Da una ricerca fatta, ho potuto verificare che tre italiani su quattro non vogliono rinunciare al “pezzo di carta”. Infatti le iscrizioni alle università telematiche stanno crescendo a ritmi di record: attualmente sono oltre 42 mila gli aspiranti laureandi iscritti a corsi online, una crescita del 40% in un solo anno. Un vero boom, vien da dire che la laurea non perde il suo appeal, la si vuole ad ogni costo, senza guardar troppo per il sottile su dove, come e quando. Inoltre nel sondaggio era indicato anche il valore che diamo alla laurea, se debba, cioè valere come unica condizione per esercitare le professioni. Su 20 mila risposte completate, ben 15 mila, il 75% si sono espressi a favore del riconoscimento del valore legale della laurea. Il restante, ritiene il pezzo di carta indispensabile per lavorare nel pubblico impiego. L’iniziativa del ministero dell’Istruzione serviva a monitorare le posizioni intellettuali dei cittadini rispetto a una questione che rischiava di rimaner confinata a un dibattito puramente accademico. Non intendono mettere in discussione il titolo di studio quale unica garanzia per continuare gli studi stessi, per essere ammessi agli esami di Stato, per esercitare una professione e essere iscritti a un Albo. Volevano solo arrivare a lanciare un discorso sul merito o meglio il desiderio di uniformare un 110 e lode preso in un ateneo del sud con un 110 e lode di uno del nord. Ma quello che vorrei dire tra i vari lacci e lacciuoli da spezzare è da far notare è la crescita dinamica per la laurea, in questo titolo si conserva una fiducia incrollabile. Ed è per questo che troviamo un atteggiamento guida, perché oltre al ragazzo uscito dalle scuole superiori, chi si iscrive ai corsi di studio a distanza è soprattutto chi “non ha più l’età”.