Novant’anni fa come ieri nasceva Elvis Presley, re incontrastato del rock. È difficile pensare a un artista che più di lui abbia cambiato il corso della musica, e non solo di quella. La sua presenza nella storia contemporanea rappresentò uno spartiacque: dopo Elvis, niente fu più lo stesso. Secondo John Lennon, l’avvento di Presley sta alla musica come il Big Bang all’universo: prima di lui, il nulla. Il discografico Sam Philips sosteneva che era il movimento frenetico delle gambe di Elvis a destare il delirio nelle fan, che ai concerti dell’artista somigliavano più a creature invasate, tale era l’entusiasmo generato dalla visione di quel semidio sul palco. I più lo definivano “un bianco che canta come un nero”, ma, nonostante mietesse assensi da parte degli addetti ai lavori, gli ci volle un po’ per conoscere l’affermazione.
Un fuoco d’artificio
Quando finalmente il successo lo investì, fu un fuoco d’artificio… A settembre del 1956, quasi tutta l’America, 53 milioni di persone, si fermò per guardare la sua partecipazione all’Ed Sullivan Show. Consumato dagli eccessi, che nel suo caso riguardarono sia vita privata sia vita pubblica, tra amori e carriera, Elvis Presley si spense prematuramente, stroncato, oltre che da un arresto cardiaco, dalla sua inclinazione innata all’autodistruzione. A narrare la sua esistenza travagliata, nel 2022, ci pensò Baz Luhrmann, che a Presley dedicò un musical pluripremiato: “Elvis”.
Temperamento inquieto
A dispetto del suo temperamento inquieto all’eterna ricerca di qualcosa di irraggiungibile, ineffabile e indefinibile, ci piace pensare che Presley abbia vissuto davvero per come desiderava, lui che chiosò: “Da piccolo ero un sognatore. Leggevo i fumetti e diventavo l’eroe della storia. Guardavo un film e diventavo l’eroe del film. Ogni sogno che ho fatto si è avverato un centinaio di volte”. Nel pubblico, quello di tutti i tempi, resta intanto l’amarezza di aver perso troppo presto un artista che avrebbe avuto tanto da insegnare, il quale non smetterà mai di essere una pietra di paragone.