Aquarius e l'uomo che dice alla gente ciò che vuole credere

da | Giu 20, 2018 | Attualità

La storia della nave Aquarius, con a bordo 629 migranti, per giorni in balia di scontri politici e giochi di potere, ormai è nota a tutti. Ognuno ha già fatto le sue considerazioni e ha la propria opinione. Tuttavia, nel tempo dei social network, le fake news e la disinformazione mirata sono sempre dietro l’angolo, ed è di un caso ben specifico che voglio parlare.
Gian Marco Saolini, gestore di un pub a Roma nel quartiere Centocelle, ha una seconda vita online dove svolge regolarmente la “professione” del troll. Si occupa cioè di diffondere notizie false, alimentare polemiche, esasperarle, tirando fuori il peggio dalle persone. E lo ha fatto anche con il caso Aquarius.
Con lo pseudonimo di Giovanni Titori (un omaggio a John Titor, soldato americano fittizio che secondo una bufala dei primi anni 2000 avrebbe viaggiato nel tempo), Gian Marco si è finto parte dell’equipaggio dell’Aquarius in un video pubblicato su Facebook dichiarando, tra le altre menzogne: «Non è vero che sulla nave Aquarius ci sono condizioni disagiate, la gente è felice. C’è una sala dove ci sono videogame e giochi d’azzardo. Sono tutti ben vestiti e ben nutriti».

Intervistato su La Stampa, Saolini spiega di essersi ispirato alle parole di Salvini, alla “pacchia finita”, e di voler soltanto dire ciò a cui la gente vuole credere. E sul fatto che la gente ci creda, ci sono pochi dubbi: oltre 4 milioni di visualizzazioni e più di 120mila condivisioni, tra i fan del governo Lega-M5S a sostenere le decisioni di Salvini e quelli dell’opposizione inferociti con l’autore del video, colpevole di giocare con la “pancia” della gente.
«La gente non ha fiducia nei media. Il format del “non ve lo dicono, statemi a sentire” funziona sempre, perché tutti pensano che lo stato e le istituzioni ci stiano nascondendo qualcosa. – continua Saolini – Non è colpa delle mie video bufale se la gente è razzista. Molti mi scrivono in privato e mi accusano di alimentare il razzismo degli italiani, ma non è affatto così: quella gente era razzista già da prima».
E se da un lato è difficile non scorgere del cinismo e non indignarsi davanti ad un atteggiamento del genere, dall’altro appare anche evidente quanto poco spirito critico abbia il pubblico del Web: basta infatti scorrere il profilo di Gian Marco per accorgersi che in un video interpreta un medico contro i vaccini, in un altro un tifoso ultras che si vende alle tifoserie, e infine, il più recente, un marinaio dell’Aquarius. «Basterebbe approfondire un minuto, ma la gente non lo fa: è troppo presa dalla notizia e non vede l’ora di condividerla».
Sembra quindi inutile la censura delle fake news, nonostante gli sforzi di Facebook e dei siti di debunking, l’unica via è educare, informare il pubblico, far recuperare credibilità ai media. Saolini, che dice di fare un nuovo tipo di satira, è il primo a consigliare questa come l’unica soluzione al problema. «Io alla fine faccio la stessa cosa che fanno Salvini e Di Maio, solo che loro hanno due partiti alle spalle».