Coniato nel 2010 da Sean Ellis, il termine Growth Hacking indica un’insieme di strategie di web marketing volte a far crescere esponenzialmente un’impresa con l’acquisizione di nuovi utenti, testando differenti soluzioni attraverso rapidi esperimenti.
Particolarmente consigliate per le startup, le strategie di Growth Hacking sono adatte per qualunque impresa: piccola, media o grande.
Nonostante negli Stati Uniti l’argomento sia arrivato già da tempo, in Europa non è così e solo ora si inizia a registrare un aumento dell’interesse verso questa nuova professione.
CHI SONO I GROWTH HACKERS?
Dare una definizione di questa figura professionale è complicato: il Growth Hacker è una persona con una conoscenza a 360° del marketing online, dotato anche di nozioni di programmazione e di una buona immaginazione che gli consente di sviluppare strategie innovative, economiche e di successo.
Si potrebbe pensare che questa figura sia simile se non identica a quella del Digital Marketing Manager: sbagliato.
La differenza tra i due ruoli è molto semplice. Mentre il Digital Manager costruisce un piano marketing a lungo termine e volto a coinvolgere tutte le figure professionali del settore (web designer, social media manager, ecc…) per raggiungere obiettivi che possono spaziare dalla comunicazione di un nuovo prodotto a quella di uno sconto di breve durata; il Growth Hacker programma strategie spesso a breve termine, utili nell’acquisizione di nuovi utenti o alla monetizzazione di un dato servizio e sempre volte, quindi, alla costante e rapidissima crescita dell’azienda.
Sicuramente è utile che le due figure professionali lavorino a stretto contatto, ma è importante tenere a mente che i loro obiettivi sono sostanzialmente diversi.
IN PRATICA:
Il compito del Growth Hacker è quello di fare dei test, analizzare i dati e definire la miglior combinazione possibile di strumenti (blog, email, social, SEO, ADS) per raggiungere i propri obiettivi di crescita.
Ottimizzando i costi e gli investimenti, il Growth Hacker deve essere capace di attrarre l’attenzione del maggior numero di utenti e di generare contatti, persone da trasformare prima in leads e poi in clienti. Non solo, deve essere in grado di farlo abbattendo i costi senza diminuire la qualità.
COMPETENZE:
In breve, un Growth Hacker deve:
- Avere una profonda conoscenza del web e degli strumenti di web marketing;
- Essere uno stratega;
- Conoscere il mercato, il target e il settore in cui l’azienda opera;
- Avere creatività;
- Saper interpretare i dati e adattare le strategie.
A livello professionale è sicuramente utile:
- Saper definire i propri obiettivi di business;
- Analizzare i trend passati e le strategie usate dai competitor;
- Identificare i propri punti di forza nel mercato;
- Conoscere e saper utilizzare i tool adatti;
- Sperimentare nuovi metodi.
Infine, è necessario essere preparati agli insuccessi: è perfettamente normale che in una situazione di testing ci siano risultati apprezzabili, oppure no. La parola d’ordine è: mai scoraggiarsi, l’impegno verrà premiato quando davanti ad esiti decisamente buoni sarà finalmente il momento di trarre le proprie conclusioni e ripetere il processo.
FORMAZIONE:
Il consiglio è quello di puntare su una laurea in Digital Marketing affrontando poi un Master o un corso di specializzazione in Growth Hacking.
Siamo abbastanza convinti che nel prossimo futuro questa figura professionale si farà largo anche nel Bel Paese, acquisendo importanza e diventando quindi una delle più richieste dalle grandi aziende di marketing e dai centri media.