Il 19 luglio, a Catania, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede dell’Università eCampus, in via Milano 47, è stato conferito il premio alla carriera a Michele Guardì, autore e regista televisivo storico della RAI. Un evento che non si è limitato ad essere solo celebrativo, ma anche particolarmente formativo per i più giovani, ripercorrendo la carriera di uno tra i più importanti autori e registi televisivi italiani, a quasi 50 anni dal suo esordio.
Nella motivazione del premio, il rettore Enzo Siviero e il pro rettore Lorenza Lei descrivono appunto la carriera di Guardì come «tra le più lunghe e versatili della storia culturale del nostro Paese, declinata tuttora con cura linguistica attraverso tutti i principali strumenti comunicativi e di spettacolo».
Sono stati proprio il rettore Siviero e la prof.ssa Lei ad intervistare Guardì in un viaggio tra i ricordi delle decine di trasmissioni a fianco dei volti più popolari della TV, sempre all’insegna di un intrattenimento di buon gusto e di una lingua italiana corretta ed accessibile. Tra contributi fotografici e video, la premiazione ha voluto ripercorrere i passi salienti di una produzione artistica intensa e straordinaria, oltre che della storia della televisione e della cultura italiane.
Alla domanda su chi lo lanciò in RAI, la risposta di Guardì è parsa quasi prevedibile: «Sarò sempre debitore di Pippo Baudo: grazie a lui entrai in televisione cominciando dalla Serie A, per usare un’espressione sportiva. Allora facevo cabaret, uno spettacolo con attori agrigentini (Enzo Bonelli, Giusy Carrera, Bettino Parisi) che hanno contribuito al mio successo. Mi venne a vedere Baudo invogliato da Tuccio Musumeci e da lì Baudo mi propose una trasmissione collegata alla lotteria di capodanno. Baudo può dire “l’ho inventato io”, così come inventò Beppe Grillo».
E sui suoi progetti futuri, Guardì pare tutt’altro che incline a diminuire i suoi impegni: «Ho appena finito di scrivere il secondo romanzo dopo Femminedda. Tocco sempre temi meridionali, questa volta la politica. Racconto quello che avveniva nei paesi negli anni Settanta e mi serve per smontare il mito della furbizia dei siciliani. In un paesino viene mandato un torinese per fare ordine in un partito politico che aveva contraffatto delle tessere. Inizialmente viene preso per scemo, ma poi alla fine vince lui. E poi guardo tanta televisione, non per giudicare o criticare, ma per imparare a fare cose belle ed evitare quelle brutte».
In occasione della premiazione l’assessore ai Beni Culturali Barbara Mirabella ci ha tenuto a ringraziare eCampus per aver scelto Catania per promuovere l’università come opportunità per chi vuole crescere personalmente e professionalmente.
La sede di Catania, infatti, come ricorda la Responsabile di Sede Caterina Maugeri, vanta già oggi circa 400 studenti iscritti, suddivisi tra Psicologia, Giurisprudenza, Ingegneria, Lettere ed Economia. Le tipologie di iscritti variano dallo studente appena uscito dalla scuola superiore al 24enne che non riesce a frequentare l’università tradizionale conciliando lavoro e studio, fino al 40enne lavoratore che vuole esaudire un sogno chiuso da troppo tempo nel cassetto o che necessita di una laurea per crescere professionalmente in azienda.
Anche il Comm. Capo della Polizia Penitenziaria di Catania Emiliano Guardì ha voluto sottolineare l’importanza del nostro ateneo come strumento di cultura e di crescita alla portata di tutti, indicando il corso di Scienze Penitenziarie presente nella nostra offerta formativa, come una grande opportunità.