Lo scorso weekend di pioggia si è declinato, per molti, in uno dei più scontati clichè di stagione: primi malanni, immancabile coperta e un buon film sul divano. Per fortuna dell’uomo moderno, contro la noia della domenica, esiste Netflix.
E’ proprio questo il mood che mi ha spinta a iniziare la nuova e attesissima teen serie: Le Terrificanti Avventure di Sabrina.
Remake di Sabrina, vita da strega, telefilm statunitense trasmesso dal 1996 al 2003 che vedeva come protagonista una giovane strega alle prese con i turbamenti di ogni adolescente, questo nuovo tentativo si prometteva di essere molto più horror, sicuramente molto più splatter e inquietante del precedente.
— ATTENZIONE SPOILER! —
In parte le promesse sono state mantenute: non mancano possessioni demoniache, squartamenti, cannibalismo e sangue, molto sangue. Quello che mi ha delusa è stata la parte horror. Non che sia mancata, sia chiaro, ma l’ho trovata particolarmente scialba, decisamente troppo intricata e poco impattante. Ci sono stati moltissimi temi di cui è mancato lo sviluppo, la spiegazione, cosa che sicuramente sarebbe stata molto più interessante e avrebbe contribuito a intensificare la tensione e il terrore che questa serie ci aveva promesso.
Per quanto riguarda la parte teen, invece, gli ingredienti c’erano tutti: un’adolescente innamoratissima del suo ragazzo, ingenua quanto basta da credere a qualsiasi cosa le si racconti; amiche fedeli con la giusta dose di problemi personali; bullismo; disinibizione sessuale (non della protagonista, si intende); una professoressa vista talvolta come mentore; infine il fidanzatino innamorato, Harvey Kinkle, che davanti alle stranezze di Sabrina chiude un occhio, a volte anche due.
Devo dire di aver apprezzato molto il modo in cui alcuni temi sono stati trattati. Ad esempio, il bullismo è stato mostrato per ciò che è: una ridicola forma di espressione per sentimenti come invidia e apatia, talvolta una valvola di sfogo per traumi infantili che non riescono a trovare un senso all’interno della mente adolescenziale, spesso anche adulta, dell’individuo. Nonostante questo non è stato ridicolizzato, è stato invece portato ad un piano più macabro quando Sabrina, in una delle poche volte che mi è sembrata davvero risoluta, ha trovato il modo di vendicarsi delle sue aguzzine, ribaltando la situazione quasi uccidendole e chiarendo che certi comportamenti sarebbero dovuto cessare per sempre.
L’omosessualità, invece, è stata trattata in modo ambivalente: mentre nel caso dell’amica Susie il tema è vissuto in modo negativo a causa del bullismo; il cugino di Sabrina, Ambros, la vive con grande naturalezza. Forse perchè ha decisamente passato da un pezzo l’età adolescenziale e in quanto uomo adulto sa perfettamente chi è, cosa gli piace e cosa no, e soprattutto non si pone il problema che questo vada bene agli altri. Sarebbe stato troppo idilliaco e, purtroppo, poco realista che un’adolescente omosessuale non venisse bullizzata per ciò che è, ma nella figura di Ambros questo tema trova riscatto.
Essendo un contenuto rivolto ad un pubblico prevalentemente teen trovo questo approccio molto positivo e incoraggiante.
Come anticipato, invece di trovare così tanta carne al fuoco, mi sarebbe piaciuto vedersi sviluppare meglio alcuni temi solo abbozzati. L’impressione generale è che si sia cercato di trattare in soli 10 puntate troppe vicende tutte insieme, e che alcune puntate fossero superflue. Mezzo episodio è stato utilizzato solo per arrivare alla conclusione che Rosalind soffre di miopia progressiva. Un’intera puntata invece se ne è andata per colpa di Batipath, il demone degli incubi, cosa che sicuramente ha dato la possibilità di capire meglio la personalità di ciascun componente della famiglia Spellman ma che risulta superflua dal momento in cui ciò è comprensibile dallo svolgimento della serie stessa.
Non sono mancati i riferimenti fin troppo espliciti a film come Harry Potter e Casper, il che non è male ma in alcuni punti l’impressione è quella di assistere ad un già visto.
I punti critici di questa serie secondo me sono molti:
- La nostra protagonista si accontenta di ciò che le viene raccontato sulla morte dei suoi genitori, quando tutti gli indizi portano alla conclusione che non sia stato un incidente aereo ad uccidere Edward e Diana Spellman.
- Rosalind è collegata con il mondo magico e la storia della maledizione sulle donne Walker a diventare cieche sembra anche interessante. Non si capisce, invece, per quale motivo Susie abbia la straordinaria capacità di vedere il fantasma di sua zia Dorothea!
- Non è chiaro quale sia la profezia di cui parla la professoressa Wardell aka Madre dei Demoni e considerando che ormai la prima stagione si è conclusa, forse un accenno in più invece che nominarla 3 volte in quasi 10 ore di serie sarebbe stato carino.
- La serie parrebbe ambientata negli anni ’90, se non fosse che ad un certo punto si vede uno smartphone.
- Sabrina è liberissima di dire ad alta voce in qualsiasi momento che lei desidera sconfiggere il signore Oscuro senza che questo le mandi un macabro segno per farle capire di calmarsi.
- La vicenda della ragazzina fuggita dal Banchetto dei Banchetti viene trattata per massimo 5 minuti, mentre dare una spiegazione leggermente più esaustiva avrebbe aumentato l’interesse e la tensione rispetto a questo evento. Dal momento in cui Prudence viene indicata come vittima sacrificale il primo istinto è quello di aprire un pacchetto di pop-corn, due parole in più sull’argomento avrebbero sicuramente reso più horror la storia.
- Zia Zelda, la più devota alla chiesa della notte (a tratti in modo quasi maniacale), rapisce la figlia del Sommo Sacerdote, nata per prima in un parto gemellare perchè ha paura che il padre infierisca su di lei. Ma perchè?!
- Zia Hilda venuta a conoscenza del rapimento riesce solo a dire che vorrebbe una camera tutta per sè.
- Infine, Sabrina si impegna così faticosamente per vendicare la morte del fratello di Harvey, tagliando la gola senza indugi alla colpevole, per poi infine incorrere nell’oscuro battesimo, lasciare il fidanzato e fare gruppo con le dirette responsabili?!
Ci sono parecchie cose che stridono. Forse il problema è che è una serie pensata per adolescenti e io, a quasi 30 anni, sono assolutamente fuori target. C’è anche da dire che avendo visto Sabrina, vita da strega in età adolescenziale sono stata attratta come una falena da questa nuova e luminosa versione del telefilm anni ’90, quindi forse la serie avrebbe dovuto soddisfare anche quella fascia di spettatori che, ormai vicini al cambio della terza decina, hanno standard mediamente più alti.
Questa ovviamente è solo la mia opinione in merito a Le terrificanti avventure di Sabrina, in ogni caso penso che sia giusto guardarla per farsi un’opinione in merito.