L’ art. 142 del regio decreto 1592 del 1933 stabilisce che è “vietata l’iscrizione contemporanea a diverse università e a diversi istituti d’istruzione superiore, a diverse facoltà o scuole della stessa università o dello stesso istituto e a diversi corsi di laurea o di diploma della stessa facoltà o scuola” in Italia.
E proprio questo articolo, secondo il ministro Bussetti, rappresenterebbe la discriminante tra i nostri studenti e quelli europei: “È importante che i ragazzi non si specializzino unicamente in un settore, ma abbiano magari anche la possibilità, come avviene in altre nazioni, di rendere un po’ più flessibile la propria formazione”.
La sua proposta è quella di rendere il sistema più flessibile e, per l’appunto, “europeo” anche in merito alla double degree, quindi alla possibilità di ottenere due lauree contemporaneamente, che in Italia è possibile solo in concomitanza con atenei stranieri.
Quello della double degree è un fenomeno che sta prendendo sempre più piede in Italia, dal 2011/2012 ad oggi sono quasi triplicati gli atenei che offrono questa possibilità, fino ad arrivare ad uno su tre, sparsi su tutto il territorio italiano da Nord a Sud. E questa crescita ha coinvolto, ovviamente, un numero sempre maggiore di universitari. Complessivamente sono stati 32 mila gli studenti che solo l’anno scorso hanno deciso di rendersi più competitivi sul mercato e conseguire una doppia laurea, a fronte dei 29 mila dell’anno precedente e ai 19 mila del 2014/2015.
A disporre l’abrogazione dovrebbe essere un emendamento della legge di bilancio elaborato dal Miur nei giorni scorsi, e che consentirebbe quindi di seguire più di un corso di laurea in contemporanea e agli atenei di ampliare la propria offerta formativa “collaborando” tra di loro. L’unico divieto sarebbe quello di iscriversi contemporaneamente a due corsi di laurea a numero chiuso.
Sono sempre di più le sfide lanciate dal mercato del lavoro, e questa proposta potrebbe sicuramente aiutare la formazione di professionalità più al passo col cambiamento, grazie anche ad un’interdisciplinarietà maggiore tra le diverse scienze che risultano essere sempre più complementari l’una all’altra.