Da quanto emerge dalla recente analisi di IDC e VMware, in collaborazione con AD Consulting, CH Ostfeld, SoftwareOne e Speditamente, da qui al 2022 la percentuale di lavoratori in grado di gestire la propria attività in mobilità, i cosiddetti mobile worker, crescerà di nove punti passando dal 56 al 65%. Entro la stessa data, in Italia, i mobile worker passeranno da 7 a 10 milioni di persone, su una popolazione totale di 22 milioni di lavoratori.
Il roadshow organizzato da IDC e dagli altri partner dell’iniziativa, intitolato Empowering the Digital Workspace, ha analizzato la trasformazione che sta subendo lo spazio di lavoro, focalizzandosi in modo particolare sulle nuove piattaforme di digital workspace in continuo sviluppo, tecnologie in grado di creare e organizzare spazi di collaborazione online a cui ogni lavoratore può accedere in modalità univoca attraverso dispositivi differenti e da qualsiasi luogo. L’iniziativa, a cui hanno preso parte numerosi CIO e IT manager, ha spiegato come rendere più sicuro e semplice l’accesso alle applicazioni aziendali e, al contempo, migliorare l’esperienza della collaborazione online tra i dipendenti.
Come è emerso, la trasformazione di processi di lavoro non riguarderà solo i singoli lavoratori, ma provocherà (e sta già provocando) un cambiamento degli stessi luoghi aziendali, attraverso sempre crescenti funzioni di smart building. Crescono infatti gli uffici che abbandonano le postazioni individuali, per sostituirle con spazi di collaborazione come sale conferenze e meeting room, sempre provviste di soluzioni di comunicazione wireless sia interne che verso l’esterno.
Vista la tendenza e i cambiamenti dei processi e degli spazi dell’attività produttiva, si prevede che da qui a pochi anni la tecnologia trasformerà il concetto stesso di lavoro: dallo smart working all’intelligent working fino all’augmented worker performance, la semplificazione dell’attività produttiva attraverso dispositivi intelligenti studiati appositamente, e già in produzione, come visori in grado di liberare le mani dei lavoratori o assistenti virtuali in grado di prendere decisioni in completa autonomia.
Con l’aumento della quota di smart worker, una delle sfide maggiori e più complesse sarà la gestione degli ambienti tecnologici, che dovranno inevitabilmente raggiungere livelli molto elevati per quanto riguarda sicurezza del patrimonio informativo aziendale e privacy dei lavoratori. Da questo punto di vista, le piattaforme di digital workspace diventano essenziali strumenti di gestione per le aziende che, col supporto di queste tecnologie, possono controllare costantemente i propri asset e perfezionare la produttività, rendendo però al tempo stesso più semplice e soddisfacente l’esperienza professionale dei dipendenti.
Luca Zerminiani, Director System Engineering Italy di VMware Italia, spiega: «I tradizionali metodi di gestione, protezione e supporto di forze lavoro, app e dati non sempre soddisfano le esigenze aziendali. Per cogliere nuove opportunità e far fronte a nuove sfide, le aziende di ogni settore stanno esplorando nuove soluzioni che consentano loro di migliorare la produttività, l’efficienza dal punto di vista dei costi e l’agilità dell’organizzazione».