La massiccia diffusione del cloud computing ha finito, negli ultimi anni, con l’ingolfare ulteriormente le già affollate linee di comunicazione Internet.
La continua richiesta di accesso a dati presenti sulla nuvola ha fatto sì che il consumo di banda crescesse in maniera esponenziale, mettendo a dura prova la capacità degli operatori telefonici di fornire servizi adeguati alle esigenze degli utenti.
Il Fog Computing è la soluzione a questo problema. Ideato da grandi aziende come Cisco, ARM, Intel e Microsoft (per citarne alcuni) per diminuire il consumo di banda ed evitare il continuo accesso a data center e Content Delivery Network, questo tipo di architettura a sviluppo orizzontale è sicuramente una struttura più distribuita e “paritaria”.
Noto anche come Edge Computing, il Fog Computing distribuisce senza interruzioni servizi di memorizzazione e calcolo, risorse computazionali, funzioni di rete e strumenti di controllo.
Più semplicemente, è una via di mezzo tra il cloud computing e l’utilizzo del computer che permette di ridurre l’uso della banda dati wireless avvicinando le informazioni agli utenti.
Un could, insomma, che si muove verso il basso, che sta vicino a terra, quindi ai sistemi terminali, alle macchine, ai sensori e agli attuatori.
Il Fog Computing è l’idea di una rete distribuita che collega due ambienti: la nebbia fornisce l’anello mancante fra i dati che devono essere spinti sulla nuvola, e quelli che posssono essere analizzati localmente.
In futuro saranno sempre più richieste figure che sapranno lavorare per gestire e costruire strutture di questo tipo. Una laurea triennale in Ingegneria Informatica e una Magistrale in Ingegneria Informatica e dell’Automazione permettono di intraprendere un percorso professionale, arrivando a lavorare con i big del settore per costruire nuovi sistemi informatici.