A Rainy Day in New York, l’ultimo film di Woody Allen arriverà nelle sale italiane il 3 ottobre con il titolo Un giorno di pioggia a New York.
Il film, che vede nel suo cast Timothée Chalamet, Elle Fanning, Jude Law, Rebecca Hall, Kelly Rohrbach, Suki Waterhouse, Diego Luna, Annaleigh Ashford, Liev Schreiber e Selena Gomez, racconta la storia di «Due giovani ragazzi che arrivano a New York per il weekend; una volta giunti, vengono accolti da un cattivo tempo e da una serie di avventure».
Questa la sinossi ufficiale, ma ciò che sappiamo, è che la storia vedrà anche un uomo innamorarsi di una ragazza molto più giovane di lui.
Sembrerebbe essere proprio questo il motivo che, in concomitanza con le rinnovate accuse di molestie sessuali nei confronti del cineasta, ha spinto il colosso Amazon a congelare il film negli Stati Uniti e a rompere il contratto con Allen.
Il movimento #metoo ha infatti riattaccato il regista sulle questione delle presunte molestie sessuali a sua figlia Dylan nel 1992, con un intervista disperata della stessa.
Come tutti sappiamo, Allen ha sempre fermamente negato le accuse rivoltegli dall’ex moglie Mia Farrow, e pur essendo all’epoca indagato non è stato mai incriminato.
A spezzare una lancia in suo favore oggi interviene anche Moses, figlio e suo accusatore all’epoca dei fatti, che però sembra essere ritornato sui suoi passi affermando di essere stato, appena quattordicenne, vittima di manipolazione della Farrow.
Quale sia la verità però ad Hollywood poco importa. L’ombra di Allen di un quarto di secolo fa torna e sembra spaventare molto di più produttori e finanziatori. A questo probabilmente bisogna aggiungerci che i suoi film da anni non incassano molto e collaborare con lui potrebbe solo portare ad essere considerati dei “complici”.
In un clima così tormentato Amazon ha dunque deciso di cancellare il contratto multi-film stipulato nel 2014. Decisione ovviamente, non accettata da Allen che ha deciso di procedere per vie legali.
“Nel giugno 2018 Amazon si è tirata indietro, cercando di terminare il contratto senza alcuna base legale, sapendo che le proprie azioni avrebbero creato danni sostanziali a Mr. Allen, alla Gravier, agli investitori, agli artisti e ai membri della troupe coinvolti nella realizzazione dei film,” spiega la causa. “Amazon ha cercato di giustificarsi riferendosi a un’accusa infondata vecchia di 25 anni, un’accusa nota ad Amazon (e al pubblico) ben prima che venissero firmati i quattro accordi e che non rappresenta una base per terminare un contratto”.
Il regista dunque chiede ad Amazon 68 milioni di risarcimento per aver chiuso il contratto unilateralmente senza alcuna base legale per farlo.
In attesa di sapere come si evolverà la vicenda ecco il trailer di A Rainy Day in New York.
Voi andrete al cinema il 3 ottobre?