Livelli d’istruzione in aumento in Italia, ma ancora troppo al di sotto della media europea: è quello che emerge dal report «Livelli di istruzione e ritorni occupazionali» Istat di quest’anno.
Tra il 2014 e il 2018 è aumentata la percentuale dei laureati occupati (78,4%) e il 69,5% della popolazione in possesso di diploma risulta lavorativamente attivo. Infine, solo il 33,6% dei 18-24enni che abbandonano precocemente gli studi risulta occupato.
I dati dimostrano quindi come per i laureati cresca la possibilità di trovare un posto di lavoro. Vale ancora di più per le donne che sono in vantaggio, rispetto agli uomini, nei livelli di istruzione. Eppure i loro tassi di occupazione restano inferiori.
Il livello di istruzione italiano rispetto a quello europeo
In Italia la quota di diplomati tra i 25 e i 64 anni si aggira attorno al 61,7% nel 2018 (+0,8% rispetto al 2017), un valore molto inferiore rispetto alla media europea, pari a 78,1% (+0,6 punti sul 2017). Su questa differenza incide la bassa quota di 25-64enni con la laurea: meno di due su dieci in Italia contro gli oltre tre su dieci in Europa. Il trend degli ultimi anni è positivo anche se la quota di popolazione in possesso di laurea ha avuto una crescita inferiore rispetto a quella UE (2,4 punti contro 3 punti).
Le donne? Più istruite ma meno occupate
Le donne, in Italia come in Spagna, studiano di più e raggiungono risultati migliori rispetto alla controparte maschile. Nel nostro Paese, le donne almeno diplomate sono il 63,8% contro il 59,7% degli uomini, mentre la differenza di genere nella media UE è meno di un punto percentuale.
Maggiori possibilità per chi è in possesso di una laurea
Dal rapporto emerge che tra il 2014 e il 2018 è aumentato il vantaggio occupazionale dei laureati rispetto ai diplomati (+2,2 punti), mentre si è ridotto (-1,8 punti) quello del titolo secondario superiore rispetto a quello inferiore.
I Neet
In Italia, nel 2018 i giovani di 15-29 anni non occupati e non in formazione sono 2 milioni e 116mila. Nonostante questo valore sia iniziato a scendere dal 2015, in concomitanza con la ripresa economica, resta ancora 4 punti superiore a quello del 2008 (19,3%). Il calo registrato in Italia negli ultimi anni risulta essere in linea con quello europeo lasciando dunque invariata la distanza con i Paesi dell’Unione Europea (12,9%).
L’abbandono degli studi
L’abbandono scolastico è più marcato tra gli studenti stranieri (37,6% contro il 12,3% degli italiani). La percentuale inoltre accentua le differenze tra Nord e Sud Italia, infatti, l’abbandono scolastico raggiunge il 18,8% nel Mezzogiorno, il 12,2% nel Nord e raggiunge il minimo nazionale al Centro (10,7%).