È risaputo che le grandi aziende, soprattutto del nord Italia, imbarchino sempre volentieri giovani stagisti, ma è altrettanto risaputo che raramente si rivelando disposte a trasformare successivamente quelle internship in assunzioni vere e proprie. A confermare questo trend, una recente indagine sui neolaureati condotta dall’associazione dei direttori del personale GIDP sui suoi aderenti. Si tratta quindi di un campione di responsabili risorse umane, per il 74% di aziende del nord e per il 53% di organizzazioni con più di 500 dipendenti.
Il presidente dell’associazione Paolo Citterio conferma: «Effettivamente è importante evidenziare che il 77% delle imprese ha assunto solamente una parte degli stagisti. Appena nel 13% dei casi, invece, tutti i giovani sono stati assunti al termine dello stage». Per la maggior parte delle assunzioni si tratta di contratti a tempo determinato (47%), mentre come seconda preferenza è stata scelta la formula di apprendistato professionalizzante (21%).
Il campione di organizzazioni utilizzato per l’indagine ha in ogni caso mostrato un importante interesse per l’inserimento di giovani risorse, considerando che negli ultimi 12 mesi il 95% ha assunto neolaureati o ha immesso stagisti. «Rispetto all’analoga indagine del 2018 – continua Citterio – va segnalato che quest’anno i neolaureati sono stati inseriti maggiormente in posizioni di ricerca e sviluppo, funzione che rivela dunque un’importante crescita dovuta all’estendersi dell’impresa 4.0. Viene così scavalcata la funzione marketing che, fino all’anno scorso, assorbiva la maggior parte degli inserimenti».
Diventa quindi quella in Ingegneria la laurea più ricercata, posseduta dal 63% dei nuovi assunti, inseguita con un forte distacco da quella in Economia (20%) e, ben più distanziata, dalla laurea in Informatica (7%). Per trovare le nuove risorse da inserire nel proprio organico, le aziende si sono rivolte soprattutto al placement universitario (37%), seguito poi dalle Agenzie per il lavoro (21%) e direttamente dai social network (9%), una vera novità considerando che negli anni precedenti la percentuale era ben più bassa (solo il 3% nel 2018).
Per quanto riguarda i compensi, poi, è da segnalare un incremento dei cosiddetti “rimborsi spese” per gli stagisti: 707 euro netti quest’anno, contro i 672 del 2018. Rimaste sostanzialmente invariate, invece, le retribuzioni annue lorde per il primo impiego dei neolaureati, con pochissime eccezioni: nel comparto dei metalmeccanici si parla di 29.152 euro contro i 28.930 del 2018; ma anche nel settore chimico-farmaceutico, il più “generoso”, lo scarto è minimo con 33.800 euro contro i 32.875 dell’anno scorso. L’eccezione, invece, si è verificata nel settore commercio-servizi con lo scatto più significativo: 31,545 euro, il 18,8% in più dell’anno precedente.