«Essere italiani fa male alla salute». Questa sembrerebbe essere la conclusione a cui Dany Mitzman, corrispondente da Bologna per la BBC, sarebbe arrivata nel suo articolo How to avoid getting ‘hit by air’ in Italy (ovvero “Come evitare di prendersi un ‘colpo d’aria’ in Italia”). Nel suo pezzo, Mitzman descrive in modo ironico i “mali immaginari di cui soffrono solo gli italiani” e di cui invece in Gran Bretagna non si è mai sentito parlare. Ed effettivamente, leggendo di quali disturbi si parli, non si può dire che sbagli poi molto…
«Con l’avvicinarsi dell’inverno, – scrive la giornalista – quelli intorno a me soffrono di una serie di disturbi distintamente italiani, che rendono i nostri raffreddori e le semplici febbri britanniche qualcosa di insipido come i nostri cibi . Vanno in giro tutti bardati lamentandosi del mio mistero preferito, “la cervicale”. Gli italiani possono dirti se il dolore è nello stomaco o nell’intestino – e possono persino specificare se si tratta di coliche o colite -, mentre per noi è tutto solo mal di pancia. “Soffro di cervicale”, mi dicono, facendolo sembrare particolarmente serio. L’ho cercato nel dizionario e ho trovato “cervicale” – un aggettivo che si riferisce alle vertebre cervicali, quelle piccole ossa nella parte posteriore del collo – ma come disturbo, semplicemente non c’è traduzione in inglese. Non ce l’abbiamo proprio!».
E in effetti, ciò che noi comunemente chiamiamo “cervicale” è un disturbo che non esiste ufficialmente dal punto di vista medico, né tanto meno nella classificazione internazionale delle cefalee. Ciò nonostante, milioni di italiani sono convinti che sia proprio questa la causa dei loro dolori. Così come il male al fegato che, come ci tiene a sottolineare correttamente Mitzman, non è organo che possa generare dolore, nonostante gli italiani sembrino sentirlo comunque: «Dopo anni di esperienza diretta con la delicata costituzione italiana, -prosegue l’articolo – ho elaborato una teoria sul perché noi britannici siamo molto più robusti. Se non puoi nominarlo, non puoi soffrirne. Se non sai dove si trova, non può farti del male. Noi inglesi siamo totalmente ignoranti sull’anatomia umana. Non saprei mai indicare la posizione esatta della mia cistifellea, ma gli italiani sì. Posso lasciare la palestra sudata per farmi la doccia a casa e non sentire un brivido lungo il tragitto. Posso nuotare dopo aver mangiato e non avere congestione o crampi. Posso andare in giro con i capelli bagnati e non avere ‘la cervicale’».
Ovviamente non è finita qui: anche quello che noi comunemente definiamo “colpo d’aria” scatena l’ilarità dei cugini inglesi. «Ad esempio, gli inglesi non hanno un termine per “colpo d’aria” eppure sembra essere incredibilmente pericoloso per gli italiani. – scrive Mitzman – Possono prenderne uno negli occhi, nell’orecchio, nella testa o in qualsiasi parte del loro addome. Per evitare un colpo d’aria, almeno fino ad aprile, non devono mai uscire senza indossare una canottiera di lana, nota come la “maglia della salute”». La giornalista sottolinea anche come le mamme britanniche tendano a far togliere le giacche ai loro bambini in modo che non sudino troppo mentre corrono e giocano, al contrario i parchi italiani sono pieni di piccoli “omini Michelin” trapuntati, ben coperti fino al naso per impedire “all’aria di entrare e colpirli”.
A vincere l’oro dei nostri malanni immaginari però, secondo la BBC, è il “cambio di stagione”: «La settimana scorsa ho vissuto un momento di panico. Mi sono svegliata sentendomi debole e nauseata. Avete mai sentito una persona inglese lamentarsi di soffrire di “gambe pesanti”? Una lamentela curiosamente francese: e se quella differenza culturale fosse effettivamente contagiosa? E se anni nel Paese avessero cambiato la mia costituzione e anch’io soffrissi di un altro grande rischio per la salute degli italiani, “il cambio di stagione”?»
Secondo la Mitzman, gli italiani sono educati a temere questi rischi per la salute, mentre l’ignoranza della loro stessa esistenza renderebbe forti e senza paura i britannici. Ma, continua ad ironizzare, sarebbe anche una questione di etichetta: «Siamo una nazione che “non deve lamentarsi”, addestrata fin dalla tenera età, l’unica risposta a “Come stai?” è “Bene, grazie.”»
Che dire? Gli italiani sono anche un popolo spiritoso, che sa incassare bene qualche battuta e presa in giro, perciò possiamo riderci tranquillamente sopra, tuttavia potrebbe essere una buona occasione, uno spunto, per riflettere su tutti questi “malanni” e falsi miti che condizionano tanto le nostre vite e smettere di seguire tradizioni e consigli delle nonne ormai ampiamente smentiti dalla scienza.