Spotify nel 2019 ha investito molto nei podcast, cogliendo al volo un trend sempre più positivo.
In Italia siamo arrivati un po’ tardi, ma i dati ormai parlano chiaro: negli ultimi due anni gli ascoltatori italiani abituali di podcast sono passati da 850.000 a 2.700.000, con una crescita dunque del 217%.
Chi ascolta i podcast in Italia ha un’età compresa tra i 18 e i 40 anni, con un trend in aumento per il segmento 18-25, e con un buon livello di istruzione. Tra gli utenti che ascoltano i podcast, il 50% predilige come luogo di fruizione le mura domestiche, il 44% preferisce ascoltarli in macchina, mentre il 18% sui mezzi di trasporto pubblico.
Ovviamente, anche le aziende hanno colto al volo la possibilità e hanno avviato dei progetti per raccontare i propri brand in maniera emozionale. Chanel e Gucci hanno raccontato l’arte delle loro creazioni e Microsoft e General Electric hanno ideato delle serie tecnologiche.
Per questo motivo, Spotify, ha presentato per il 2020 lo Streaming Ad Insertion (SAI) ed è pronta a monetizzare questo “nuovo” format.
Come riportato da TechCrunch, questo strumento rende disponibili per gli inserzionisti per la prima volta dati fondamentali, quali impression dell’annuncio effettive, frequenza, copertura, oltre a dati aggregati su età, sesso e tipo di dispositivo utilizzato per la fruizione dei podcast.
Negli anni precedenti, i podcast sono stati distribuiti tramite download da feed RSS, il che renderebbe difficile se non impossibile questo tipo di raccolta dei dati. Il passaggio allo streaming rende invece possibile per Spotify attingere alla sua suite di pianificazione, creazione di report e misurazione, così come avviene per lo streaming di musica.
Una nuova corsa, una nuova possibilità di utilizzare la creatività per creare dei contenuti interessanti con pubblicità efficaci, mirate e soprattutto non invasive.