Il Digital Storytelling ovvero la narrazione realizzata con strumenti digitali (web apps, webware) consiste nell’organizzare contenuti selezionati dal web in un sistema coerente, retto da una struttura narrativa, in modo da ottenere un racconto costituito da molteplici elementi di vario formato (video, audio, immagini, testi, mappe, ecc.).
Nel fare storytelling entrano in campo competenze specifiche e integrate:
– chi fa la strategia, cioè studia i pubblici e definisce il racconto
– chi si occupa della narrazione e progetta la narrazione
– chi crea l’immagine del racconto (visual storyteller)
– chi si occupa del media design narrativo, ovvero cura l’esperienza e definisce l’uso dei media
– infine il corporate storyteller, ovvero colui che allinea la narrazione nei diversi canali (TV, stampa, video, social, ecc…)
I canali dello storytelling aziendale o personale sono diversi, così come gli strumenti adottati per ogni canale: relazionali, cartacei, eventi, canali digitali.
Per capire come fare Storytelling su diversi media, è necessario prepararsi ad un lavoro editoriale sempre più creativo e attento ai dettagli, finalizzato ad aggiungere o eliminare alcuni tasselli della storia in base al media prescelto: operazione questa che si chiama “Transmedia Storytelling”.
Per chi è intenzionato a fare Digital Storytelling, il consiglio è di identificare i pro e i contro dell’idea. Consigliato da tutti professionisti del Brand Marketing, il metodo per raggruppare questi punti è il metodo dell’Analisi SWOT, ideata dall’economista Albert Humphrey, la quale prevede una riflessione su quattro importanti aree:
Strenghts: punti di forza del progetto (qualità dei prodotti o servizi da avviare sul mercato e da sponsorizzare, valori distintivi di riferimento e target da coinvolgere);
Weaknesses: le debolezze del progetto (valori potenzialmente non condivisibili dagli utenti ed eventuale concorrenza);
Opportunities: opportunità del mercato (il business ideale e altri business emergenti);
Threats: minacce esterne (aspetti logistici, legislativi e burocratici).
Quando si realizza uno Storytelling per sponsorizzare un prodotto o un servizio, è importante ricordarsi sempre di comunicare il valore non solo economico ma soprattutto simbolico, caratterizzato di significati, che il brand sponsorizzato e raccontato sui media, propone al suo target di riferimento, differenziandosi dalla concorrenza.
La tecnica principale per fare Digital Storytelling aziendale è quindi quella di innescare una comunicazione di tipo confidenziale con il proprio target per farlo sentire parte di un contesto mediatico condiviso con milioni di persone, ma esclusivo allo stesso tempo. Fare Digital Storytelling con il web vuol dire offrire agli utenti dei contenuti potenzialmente esclusivi che generalmente non potrebbero essere trovati altrove.
Ma in che modo si può creare confidenza con gli utenti on line?
Un esempio di comunicazione confidenziale con gli utenti sono foto e video che, in particolare su Instagram, raccontano i momenti di “work in progress” relativi allo staff di una realtà lavorativa, oppure i momenti dietro le quinte di un evento, che mostrano agli utenti le altre facce di una storia già esistente e già vista su altri media, in un modo diverso. Stando a quanto detto fin qui, è facile comprendere che lo Storytelling si può estendere all’infinito nello spazio e nel tempo così come in una cultura specifica: fare narrative positioning significa collocare una storia in uno spazio e in un tempo che serve a generare un riconoscimento fra i diversi soggetti.