Il World Economic Forum (WEF) ha individuato cinque categorie di competenze e sette gruppi professionali che definiranno i lavori più emergenti nei prossimi anni. Le skill digitali vanno a incrociarsi con quelle “umanistiche”, mentre le cosiddette “soft skill” si intersecano con le capacità tecniche e di business. Se sono davvero molte le opportunità di lavoro nella cura della persona, la risorsa più ambita nel prossimo futuro, ma già da ora, è quella dello specialista dell’AI e dei dati, con tutte le sue tech skill “disruptive”.
Sono ben 96 le figure lavorative individuate dallo studio pubblicato dal WEF dal titolo Jobs of Tomorrow: Mapping Opportunity in the New Economy: si va dal Data Scientist all’Ingegnere del Cloud, dal Chief Sustainability Officer all’Esperto di Intelligenza Artificiale, dal Product Analyst al Preparatore Atletico.
Il mercato richiederà sempre di più questi profili che il WEF ha raggruppato in sette categorie:
- Sales, Marketing & Content;
- Data & AI;
- Green Economy;
- Care Economy;
- Engineering & Cloud Computing;
- People & Culture;
- Product Development.
Attraverso i dati di LinkedIn e Burning Glass Technologies, il WEF ha stimato una richiesta di 1,7 milioni di nuovi posti di lavoro a fine 2020 provenienti da questi ambiti lavorativi, con una crescita che proseguirà fino a 6,1 milioni di opportunità di impiego entro il 2022. Tutte queste figure professionali, in ogni caso, richiedono un accurato set di skill sia tecniche (digitali), sia di business, sia “umanistiche” (soft skill).
Se da un lato le tecnologie digitali sono alla base di molte delle professioni sopracitati, l’interazione tra persone e le competenze liquide saranno altrettanto importanti per la crescita e lo sviluppo dei lavori del futuro. Permetteranno infatti l’incremento di domanda per i lavori della Care Economy (fisioterapisti, assistenti per gli anziani, radiologi, istruttori di fitness), ma stimoleranno anche la crescita di lavori nel Sales, Marketing & Content (tra figure come il social media assistant, il digital marketing specialist, l’autore di contenuti e lo specialista di e-commerce) e nel People & Culture (in particolare con ruoli come lo specialista della talent acquisition e l’information technology recruiter).
Nel periodo 2020-2022, le professioni più richieste saranno quelle della categoria della Care Economy, con una previsione del 37% di nuove opportunità lavorative: prima fra tutte, il professionista che trascrive i referti medici registrati vocalmente. A seguire, la categoria Sales, Marketing & Content (17% di nuove opportunità), la Data & AI (16%), l’Engineering & Cloud Computing (12%), la People & Culture (8%) e la Green Economy (1,9%). In ogni modo, i tassi di crescita più elevati si registrano per le professioni delle categorie Data & AI (+41%), Green Economy (+35%) e Engineering & Cloud (+34%).
Per quanto riguarda invece la categoria Sales, Marketing & Content, saranno le figure del Digital Marketing Specialist, del Content Specialist e del Customer Success Specialist quelle con maggiori opportunità. E ancora, nella categoria Engineering & Cloud Computing, la domanda sarà sempre maggiore per sviluppatori DevOps e Full Stack.
La ricerca del WEF si è anche occupata di studiare quali saranno le competenze più richieste nei lavori del futuro e le ha catalogate in cinque macro-aree:
- Business Skill;
- Specialist Industy Skill;
- General & Soft Skill;
- Tech Baseline Skill;
- Tech Disruptive Skill.
Per Business Skill si intendono le competenze necessarie per avviare e/o gestire un’impresa, che comprendono necessariamente conoscenze di marketing, budgeting e project management.
Le Specialized Industry Skill sono, invece, le competenze specifiche e specialistiche di un determinato settore o di una specifica industria.
Le cosiddette General Skill (chiamiamole “multidisciplinari”) sono le competenze che servono praticamente in tutte le professioni e, ciò nonostante, sono tra le più importanti e ricercate. Si tratta principalmente di capacità di comunicare e mediare, creatività, problem solving, leadership ecc.
Per Tech Baseline Skill vengono intese le competenze tecnologiche di base, quindi l’uso del PC, delle email, delle suite di software per l’ufficio, dei principali sistemi operativi e dello smartphone.
Infine le Tech Disruptive Skill sono le competenze digitali più avanzate, che consentono di usare (o addirittura progettare) tecnologie capaci di avere un impatto decisivo e duraturo sui modelli di business e sul mercato del lavoro. Tra di esse vanno ricordate la data scienze, il natural language processing, l’automazione e la robotica, la cybersecurity. Com’è facilmente intuibile sono tra le competenze più richieste per i professionisti di categorie quali Data & AI e Cloud Computing.