Da anni lo si considerava non solo inevitabile, ma anche auspicabile e forse finalmente succederà: la famigerata SPID, l’identità digitale sempre più necessaria per potersi districare nella pubblica amministrazione e non solo, dovrebbe essere erogata automaticamente e gratuitamente dallo Stato insieme alla carta d’identità elettronica. Questo è quello che rivela il Ministro dell’Innovazione Paola Pisano in un’intervista al Corriere della Sera.
«In questi due mesi e mezzo abbiamo iniziato a definire il piano di innovazione digitale nella PA e abbiamo aperto un tavolo con i vari ministri per mettere a sistema tutte le loro attività di innovazione e creare una strategia. Alla base di questa strategia c’è l’emendamento alla legge di Bilancio sull’identità digitale: cambieremo la governance, dovrà essere unica ed erogata gratuitamente dallo Stato e non più dagli Identity Provider (ovvero le diverse aziende private che la erogano adesso, da Tim a Poste Italiane, ndr)».
Le modalità devono ancora essere definite del tutto, ma l’intenzione – spiega il ministro – è di erogare l’identità digitale al momento dell’ottenimento della carta d’identità elettronica: i due strumenti così convergeranno. Questo dovrebbe perciò risolvere l’errore commesso con il modello attuale: solo 5 milioni di italiani avevano aderito agli Identity Provider e di conseguenza potevano sfruttare i sistemi legati all’identità digitale.
Per il futuro, quando sarà passato l’emendamento, il ministro punta ad un range dai 10 ai 20 milioni di identità create all’anno, anche grazie ad un lavoro con i provider che danno già credenziali forti come le banche o le Poste. In questo modo chi ha già la SPID non dovrà rifarla. Il budget per il progetto dovrebbe essere di 15 milioni di euro il primo anno, 20 per il secondo e 30 per il terzo. Tutti i servizi dovrebbero essere così accessibili dall’app Io, che partirà fra gennaio e febbraio.
Alla domanda diretta del giornalista se pensa che la SPID debba essere utilizzata per l’iscrizione ai social network in modo da limitare l’anonimato online, il ministro Pisano risponde sicura: «No. Se entro in un locale dove posso subire un’aggressione nessuno mi identifica, o sbaglio? Strumenti che già agiscono in modo effettivo per identificare gli utenti ci sono. Con un gruppo di esperti studieremo come aiutare le vittime a denunciare e raccogliere le prove».