«Il 25 marzo del 1300 iniziava il viaggio ultraterreno dell’Alighieri nell’aldilà (data concordata dagli studiosi) attraverso il capolavoro senza tempo della Commedia. E in quella stessa data inizia il viaggio del Dantedì, la prima giornata nazionale che omaggia il grande poeta».
Corriere della Sera, 24 marzo 2020
Oggi, 25 Marzo, data che secondo gli studiosi fu quella in cui Dante Alighieri iniziò il suo viaggio nell’aldilà raccontato nella Divina Commedia, si celebra per la prima volta il Dantedì, giornata nazionale istituita recentemente dal Governo. Il sommo poeta, infatti, è il simbolo della lingua e della cultura italiana, e ricordarlo insieme sembra un modo molto intelligente per unire il Paese, anche e soprattutto in questo periodo di emergenza e tensione sociale.
Il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini ha dichiarato: «Questa prima edizione avviene in un momento particolarmente difficile. Le tante iniziative già previste si spostano sulla rete. Per questo rivolgo un appello agli artisti: il 25 marzo leggete Dante e postate i vostri contenuti. Dante è la lingua italiana, è l’idea stessa di Italia. Ed è proprio in questo momento che è ancor più importante ricordarlo per restare uniti».
Anche eCampus si unisce alle celebrazioni per il Dantedì e invita docenti e studenti a leggere i versi della Commedia. Elisabetta Tonello, docente di Letteratura Italiana a eCampus (autrice di Sulla tradizione tosco-fiorentina della Commedia di Dante (secoli XIV-XV), Padova, libreriauniversitaria.it, 2018), ha registrato un video in cui illustra gli effetti del successo della Commedia di Dante e la straordinaria diffusione manoscritta dell’opera nel Medioevo. Ci spiega inoltre che testo della Commedia abbiamo letto, che testo leggiamo oggi e che testo leggeremo.
«Quando insegno ai miei studenti, – spiega la prof.ssa Tonello – la prima cosa che dico loro, un po’ provocatoriamente sulla Commedia di Dante è: «La Commedia non esiste». Ora vi spiego perché. […] Le prime copie datate della Commedia, risalgono al 1336, mentre come sapete Dante morì a Ravenna nel 1321, attendendo ancora la revisione del suo poema. Dunque le prime testimonianze della Commedia che possediamo sono di almeno quindici anni dopo la morte dell’autore. La prima domanda che si deve porre allora un filologo dantesco è: “Cos’è successo al testo in quei quindici anni?” E cos’è successo dopo? Che testo leggiamo noi oggi? Perché vedete le Commedie contenute in ognuno di quei manoscritti sono leggermente diverse le une dalle altre, a volte anche molto diverse le une dalle altre!»
L’unico modo che ci resta per venirne a capo è guardare il video della nostra docente…