Quando il programma Erasmus ebbe inizio 33 anni fa, l’Europa era ancora un continente diviso. La “Cortina di Ferro” attraversava il cuore degli Stati e muoversi o, semplicemente, comunicare con chi ne era al di là non era così scontato. Per i giovani studenti di oggi quella realtà può sembrare lontana e singolare, se paragonata all’era, quella attuale, dei viaggi low-cost, nella quale organizzare un viaggio a Berlino, una volta capitale delle guerra fredda, richiede non più di un paio d’ore.
Eppure tutto questo esisteva, ed è anche per progetti come l’Erasmus che quel passato è finito nei i libri di storia. Erasmus ha gettato le basi per un contatto diretto tra gli europei, per favorire la comprensione, la cooperazione e lo sviluppo pacifico in un’Europa post-1989. Dal suo debutto nell’ormai lontano 1987, quasi 4 milioni di studenti hanno partecipato al programma e dal 1997 vi hanno preso parte oltre 350.000 fra insegnanti e staff tecnico degli atenei coinvolti. Per molti di noi, che ad eCampus hanno avuto ed hanno la fortuna di esserne parte, i contatti internazionali, le amicizie e le collaborazioni con genti e culture diverse sono diventati la nuova norma.
Questo è il risultato eccezionale di un programma che ha contribuito al lungo periodo di pace e stabilità di cui abbiamo goduto nell’Unione europea a partire dalla fine del II conflitto mondiale. Con l’aiuto del programma Erasmus, l’UE ha cercato di unire gli europei attorno all’idea che la cooperazione internazionale attraverso canali democratici sia un mezzo essenziale per garantire la pace.
Oggi la crisi economica prima e la frustata del COVID-19 poi stanno colpendo duramente le nostre comunità e per i giovani, in particolare, sono attesi alti livelli di incertezza economica e sociale. Abbiamo visto come proprio le difficoltà legate al mondo della produzione e del lavoro possano mettere sotto pressione le basi stesse della coesione sociale nelle nostre comunità ma, nello stesso tempo, siamo convinti che l’istruzione svolgerà sempre un ruolo cruciale sia nel trasmettere valori fondamentali ai giovani europei sia nel contribuire a combattere i pesanti effetti collaterali dei tempi che viviamo.
Crediamo che studiare e formarsi anche attraverso esperienze significative all’estero sia il modo più efficace per migliorare le capacità e la personalità dei giovani. Questo approccio non potrà che unire tutti i ragazzi europei in valori comuni e condivisi anche oltre i confini nazionali. Oggi possiamo affermare con forza che, a nostra memoria, nessun altro programma dell’UE sia stato efficace quanto Erasmus nel raggiungere obiettivi di tale portata.
Giorgio Anglani
Docente di Storia Contemporanea e Responsabile Erasmus eCampus