Milton Glaser, uno tra i più grandi grafici di sempre, è morto venerdì 26 giugno, proprio il giorno del suo novantunesimo compleanno. La moglie ha detto al New York Times che si è trattato di un ictus collegato a un’insufficenza renale.
Anche se non tutti conosceranno il suo nome, è sicuro che almeno una volta nella vita abbiate visto un suo lavoro, tra le sue opere più famose infatti c’è il logo di “I ♥ New York”.
“I ♥ NY” è forse il logo più famoso del mondo associato a una città ed è stato poi ripreso da molti ed è stato anche esposto al MOMA. Milton Glaser lo inventò su un taxi nel 1977 per promuovere il turismo a New York che negli anni Settanta stava attraversando un periodo difficile, caratterizzato da una diffusa criminalità. Oggi i diritti del logo appartengono all’Empire State Development Corporation, un’organizzazione governativa che promuove lo sviluppo economico nello stato di New York, e genera oltre 1 milione di dollari di profitti annui. Glaser lo però, lo disegnò praticamente gratis, ricevendo un compenso di appena 2000 dollari: meno di quanto spese per produrre i modelli dimostrativi.
Al New York Times, Glaser ha spiegato: «Sapevo che quello che stavamo comunicando era qualcosa che teneva insieme le persone, che stabiliva per loro un modo di comunicare, che in molti contesti non è così facile trovare». Dopo gli attacchi alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, Glaser ridisegnò il logo, aggiungendo una bruciatura al cuore e le parole “More Than Ever” (più che mai) dopo NY.
Questo non è però il suo lavoro preferito, già prima del 1967 aveva realizzato la copertina del disco Greatest Hits di Bob Dylan (per la realizzazione della copertina è stato ispirato da un autoritratto di Marcel Duchamp, e consisteva in una silhouette del cantante con i capelli colorati) Inoltre nel 1968 aveva fondato insieme al giornalista Clay Felker il New York Magazine, una delle più famose testate giornalistiche americane.
Ora che abbiamo inquadrato la sua figura andiamo a scoprire le sue origini, Glaser infatti nacque nel 1929 a New York, da genitori ungheresi ed ebrei. Crebbe in un condominio conosciuto come Coops, United Workers Cooperative Colony, (una specie di roccaforte comunista, dove gli anziani insegnavano la politica ai giovani in Yddish). Tutto ciò influì molto sulla sua visione della vita, ma soprattutto di New York. Lì si appassionò al disegno e capì come poterci guadagnare ( i suoi nudi infatti erano molto richiesti). Successivamente si iscrisse alla High School of Music & Art e si laureò all’università Cooper Union dove ottenne una borsa di studio all’Accademia di belle arti di Bologna, dove venne influenzato dal maestro Giorgio Morandi e da alcuni grandi esponenti dell’arte italiana come Piero della Francesca. Sempre in Italia, negli anni Settanta collaborò con Campari Soda e con l’azienda informatica Olivetti realizzando una serie di manifesti pubblicitari di grande successo. Realizzò inoltre materiale promozionale per le città di Rimini, Positano e per il Carnevale di Venezia.
Dopo il “periodo italiano” di ritorno negli Usa nel 1954, fonda a New York con Seymour Chwast, Reynolds Ruffins ed Edward Sorel il Push Pin Studio, uno studio che si occupa di grafica creativa: nello staff entreranno i più dotati grafici dell’epoca come Paul Davis, John Alcorn e James McMullan. “Push Pin Style” è stato poi il titolo di una grande mostra collettiva allestita nel 1970 al museo parigino del Louvre con il sostegno di Olivetti.
Nel 1974 fondò lo studio Milton Glaser, Inc. con il quale ampliò notevolmente la sua produzione artistica, riconoscibile dai colori accesi messi in contrasto con gli spazi circostanti.
Lo stile di Glaser si è sempre discostato dal realismo che caratterizzava le illustrazioni e la grafica degli anni cinquanta, basti pensare alla copertina che realizzo per Bob Dylan, ha reinterpretato e raccontato la realtà dei suoi tempi, sempre però con quel guizzo di genialità in più.