In un crescente divenire abbiamo una sola certezza: la tecnologia sarà sempre di più il nostro futuro.
Parliamo dello sviluppo impetuoso di tecnologie su cui ogni giorno basiamo la nostra vita quotidiana. L’impatto che Internet, telefonia mobile e mass media hanno avuto nelle nostre vite è sotto gli occhi di tutti.
Ripensiamo alla nostra vita, quante cose sono cambiate già solo facendo un salto indietro di 10 anni?
A remare al fianco di questa rapida rivoluzione c’è la nozione di “comunicazione”, diffusasi a macchia d’olio tra cliché giornalistici e discorsi da bar.
Lo sappiamo dai tempi di Aristotele, l’uomo è l’animale sociale per eccellenza, il che implica che non può non comunicare, pur non volendo ogni comunicazione si realizza necessariamente attraverso tre componenti: chi parla, chi ascolta e l’argomento sviluppato.
Buttando le basi per delle elucubrazioni sempre più accese e combattute, non c’è pensatore che non si sia posto il “problema” della comunicazione. Non a caso, i corsi di scienze della Comunicazione iniziano con una semplice quanto indicibile domanda:
“Che cos’è la comunicazione?”
Non una semplice domanda ma la domanda che trascende una serie di sviluppi e definizioni a cui probabilmente, potremmo stare giorni a ragionare sugli assiomi della comunicazione di Paul Watzlawick o sulle teorie generativiste di Noam Chomsky.
Alle teorie va aggiunta la componente pragmatica, sociale al limite della praticità. Nella comunicazione dell’età contemporanea si assiste ad un cambiamento che la porta a divenire da esigenza culturale, iscritta nel dna dell’uomo a bisogno di comunicare per essere parte integrante e consapevole di un cambiamento. Prende così piede l’esigenza di una comunicazione diversa, non più fatta solo di elementi “jakobsoniani” quali emittente, destinatario, messaggio, referente, canale e codice. Ma è certo, le teorie comunicative tradizionali non bastano più, perché la rivoluzione tecnologica è più rapida della “diacronia comunicativa”.
Sul campo pratico si è assistito in particolar modo ad un assorbimento delle teorie linguistiche – comunicative nel campo economico e manageriale. La comunicazione diventa insaziabile, famelica di nuove esperienze, sempre alla ricerca di nuovi stimoli.
La comunicazione digitale è l’unica forma di comunicazione che consente una personalizzazione mirata, il messaggio è indirizzato a un preciso target, e le relazioni che si creano sono reticolari, “Reti Sociali”: consentendo dunque la massima interattività.
Molteplici sono i settori in cui si applica la comunicazione digitale: ad esempio, il giornalismo digitale e il Marketing digitale – con le sue svariate declinazioni: Social Media Marketing, Storytelling tanto per citarne alcuni , in cui si sono sviluppati nuovi e interessanti scenari.
Quello che rende la comunicazione digitale tanto affascinante è la sua capacità di non essere mai banale e scontata, e per questo richiede un certo sforzo creativo. Il mondo della comunicazione ha mille facce, raccontarle sta a noi.