- Molti studi hanno dimostrato come una scelta più vasta attiri più persone, ma una selezione più limitata di prodotti, di contro, ne facilita la conversione.
- In questo mondo dinamico e super veloce, i clienti, per scegliere, richiedono meno informazioni sui prodotti ma più chiare, dirette e focalizzate su un’unica caratteristica.
Una delle prime domande che ci si pone nel marketing è: “Quando e con quale frequenza si dovrebbe pubblicare sul web?”
Purtroppo non c’è una risposta standard a questa domanda, ma ovviamente varia a seconda delle situazioni. Sicuramente, però, nel mondo di oggi, in cui tutto cambia in maniera molto rapida e in cui siamo costantemente connessi e vogliamo ricevere risposte veloci e chiare, la regola “less is more” è una certezza.
I consumatori, infatti, sono ormai bombardati da migliaia di messaggi, pubblicità e notifiche ogni giorno. Si è creata insomma una vera e propria competizione tra le varie aziende di marketing, che lottano tra di loro per avere l’attenzione dei clienti. Questo spesso, però, può portare all’effetto contrario.
La teoria del “less is more” viene spiegata molto bene da uno studio psicologico chiamato “Jam Study”, condotto da Sheena Iyengar, S.T. Lee Professore di Economia presso il Dipartimento di Gestione della Columbia Business School. Questa ricerca, condotta in un supermercato di sabato pomeriggio, consisteva nella suddivisione di due gruppi di persone. Il primo gruppo di persone aveva a disposizione 24 gusti di marmellata, mentre il secondo gruppo ne aveva a disposizione solamente 6.
Inizialmente si è visto che si sono fermate più persone dove c’erano 24 marmellate (60% contro il 40%), ma quando si è arrivati all’acquisto l’effetto è stato invertito. Il gruppo che aveva a disposizione solo 6 gusti di marmellata ha comprato il 30% dei consumatori, contro il 3% delle persone appartenenti al primo gruppo.
Cosa ne deduciamo da questo? Che sicuramente una maggiore scelta attira più persone, ma una selezione più limitata in realtà ne facilita la vendita e quindi la CONVERSION.
In una strategia di content marketing, dunque, la quantità non è tutto.
Se dovessimo definire dei punti cardine del principio “less is more” questi sarebbero:
1.Scrivere meno non significa risparmiare.
La strategia del “less is more” infatti si applica solo al numero degli articoli pubblicati, non alla loro lunghezza. Meno articoli insomma, ma interessanti e il più possibile innovativi.
2.Il principio “less is more” non va bene per tutti i brand.
Ad esempio questo principio non si adatta ai professionisti (influencer) conosciuti maggiormente per la loro personalità oppure a brand che devono farsi conoscere e hanno quindi bisogno di aumentare il loro traffico.
3.Scrivere meno non significa perdere traffico.
Diminuire i contenuti, infatti, puntando su articoli di un certo taglio non dimezza il traffico, ma anzi, va a dare un’impronta specifica al brand. Per articoli di un certo taglio si intende: densi di informazione, con molte immagini e originali.
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