Il costante aumento dei casi positivi e la ripresa dei contagi ha spinto l’app di contact tracing lanciata dal governo italiano lo scorso giugno, tanto da farle superare i 7 milioni di download. A quanto pare, anche la paura fa download. Nel giro di poco più di 48 ore, quasi 360mila download per l’app Immuni.
Eppure, sebbene le persone che hanno attivato il servizio sui loro smartphone siano più di 7 milioni, si stratta comunque del 18% dei dispositivi attivi in Italia, escludendo i minori di 14 anni. L’app ha inviato 5870 notifiche e al momento 357 utenti positivi hanno inserito i loro codici in modo che il sistema potesse avvertire le persone entrate in contatto con loro. Tutti i dati vengono diffusi regolarmente sui canali ufficiali di Immuni, del Dipartimento per la Trasformazione Digitale e del Ministero della Salute.
Chiaro anche l’appello che ha lanciato il sindacato nazionale dei medici ospedalieri Anaao-Assomed: «Scaricate l’app Immuni. Aiutateci a tenere bassa la pressione sugli ospedali. Aiutateci a garantire le cure anche ai malati non Covid-19». È di pochi giorni fa, invece, l’intervento di Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza: «Se la maggior parte della popolazione scaricasse Immuni, avremmo uno strumento straordinario per mettere sotto controllo l’epidemia».
L’app, ovviamente, gratuita e volontaria, sfrutta il bluetooth che garantisce l’anonimato. Dopo un debutto che ha visto nel primo giorno 500mila download e due milioni nella prima settimana, Immuni ci ha messo tre mesi buoni per crescere. Secondo il premier Giuseppe Conte: «È un obbligo morale scaricarla». Nel frattempo, la gran parte delle testate giornalistiche, tradizionali e online, si sono mobilitate nel weekend per riservare quanto più spazio possibile all’app. Dal 17 ottobre, inoltre, Immuni potrà “dialogare” con le applicazioni omologhe degli altri stati europei, divenendo così uno strumento ancora più importante e utile per tracciare i contagi anche tra gli spostamenti negli altri paesi.
Se Italia, Irlanda e Germania saranno i primi a far comunicare le loro app, nell’UE sono 15 i paesi che stanno adottando o hanno già adottato un’app di tracciamento. Purtroppo la media dei download è ancora bassa, intorno al 10%, molto lontana dall’obiettivo del 60% che dovrebbe garantire una reale efficacia nel contenimento della pandemia.