Le nuove generazioni scelgono i Podcast

da | Dic 2, 2020 | Scienze e Tecnologia

L’ultima ricerca Ipsos “Digital Audio Survey 2020” ha evidenziato ulteriormente come i Podcast stiano diventando un’alternativa sempre più valida al monopolio dei video.

Secondo la ricerca su 8,5 milioni di ascoltatori mensili, oltre il 50% rientra nella fascia UNDER 35, quella dei famigerati Millenials. Un pubblico attento e difficile da raggiungere con semplici ads, quel tipo di pubblico che, oltre ad essere smart, vuole anche sentirsi raccontare storie ed emozioni oltre che semplici prodotti.

È interessante notare come il canale dei Podcast raggiunga anche il 19% di studenti e giovanissimi, la recente Generazione Z. Una generazione nativa digitale abituata alla frenesia del web ma che, forse per l’indigestione di contenuti veloci e frivoli, sceglie di investire del tempo nei contenuti in un settore comunque nuovo e giovanile. Inoltre c’è un’altra fascia molto interessante, quella dei “Super professionisti”. Dirigenti, quadri e imprenditori che decidono di investire nella formazione tramite i Podcast, molto spesso di matrice americana, per potenziare le loro abilità lavorative e di gestione del gruppo. Questo target è molto difficile da raggiungere con le ads sui social solitamente.

Anche la fidelizzazione è elevatissima: il 61% degli ascoltatori segue un episodio fino alla fine e il 75% finisce una serie dopo averla iniziata.

Nel 90% dei casi l’ascolto coincide con altre attività (sport, lavoro, studio, guida nel traffico) ma l’attenzione è sempre alta e l’ascolto è attivo.

La maggior parte degli ascoltatori sono definibili come “microinfluencer” nella loro sfera di conoscenze: sono quel tipo di amico che è sempre pronto a consigliarti una serie, un film o un libro.

Infine, l’indice di impatto e relazione con i brand è ai massimi storici; il 61% degli intervistati ricorda nitidamente le pubblicità che ha sentito durante l’ascolto e non ne è affatto infastidito. Il target rientra nel mondo premiumness, persone che tendono a prediligere contenuti a pagamento piuttosto che free, a patto di mantenere alta la qualità e di poter essere raggiunti soltanto da pubblicità ben inserite e interessanti. Il 2021 probabilmente non farà altro che aumentare questi numeri. Cosa aspettano le aziende italiane ad investire risorse in questo settore?