Apple ha deciso di aggiungere due nuove voci a quelle disponibili nelle versioni anglofone di Siri, l’assistente vocale di iOS. L’azienda permetterà agli utenti anche di selezionare sin da subito quale voce assegnare all’assistente vocale, eliminando l’opzione che voleva Siri donna “di default”. In questo modo, Apple risponde alle polemiche che imperversano da quasi un decennio sul pregiudizio negli assistenti vocali, ai quali finora la maggior parte delle case di sviluppo ha dato voci femminili.
Famosi, oltre a Siri, i casi di Alexa, Cortana e Google Assistant. Sul caso si era addirittura espressa l’Onu: nel 2019, infatti, l’UNESCO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura) aveva pubblicato un Report, “Se potessi, arrossirei”, che denunciava il sessismo e i pregiudizi di genere contenuti nelle intelligenze artificiali degli assistenti vocali. Nel rapporto si raccomandava alle Big Tech di evitare di assegnare un genere predefinito agli assistenti vocali e di programmarli in modo da scoraggiare gli insulti e il linguaggio offensivo basato sul genere. Si raccomandava inoltre di investire nelle competenze digitali avanzate delle donne, in modo da permettere loro di dare un maggiore contributo nella creazione di nuove tecnologie.
Le due nuove voci di Apple utilizzano registrazioni originali e le processano con il motore neurale Text-to-speech di Apple, rendendone la cadenza più omogenea e naturale anche quando le frasi sono generate al momento. Già oggi, comunque, voci non femminili sono disponibili in 16 lingue del mondo.
Molto probabilmente queste nuove voci sono solo un primo passo verso l’inclusività e la diversità nell’offerta vocale di Siri e di Apple. A ulteriore prova che ridurre i pregiudizi nei software di intelligenza artificiale sarà la sfida tecnologica del prossimo futuro.