Il Recovery Fund diventa inattuabile se non è comunicato, disegnato, digitalizzato con trasparenza. Ogni progetto ha un cronoprogramma, questa informazione verrà posta su una piattaforma digitale in modo che sia controllabile e monitorabile “da parte di tutti”.
Sarebbero le parole dette da Mario Draghi nell’incontro con le imprese italiane. La fase dell’attuazione del Recovery plan sarà “fondata su tre pilastri”. Lo avrebbe spiegato il premier Mario Draghi, a quanto si apprende da alcuni partecipanti, ai rappresentanti delle associazioni datoriali. Il primo pilastro è la semplificazione, di norme, dei tempi politici, inclusi poteri sostitutivi, semplificazione istituzionale. Il secondo pilastro sono le riforme, soprattutto della pubblica amministrazione e della giustizia civile. Il terzo pilastro è la trasparenza.
Il futuro del paese diventa sempre più digitale non solo in ambito culturale e sociale ma anche economico.
Già lo scorso dicembre era stato reso noto il piano dell’Unione Europea di fondi, in cui in ballo c’erano 750 miliardi di euro destinati alle nuove tecnologie. Al bel paese toccheranno 209 miliardi di euro – di questi 65 miliardi a fondo perduto – destinati verso una “nuova vita digitale”, andando ad accelerare il mondo delle infrastrutture per la connettività, le imprese, la pubblica amministrazione, l’istruzione e la sanità.
I fondi della Comunità europea potranno farci progredire e potrebbero portare l’Italia al passo con il resto dell’Unione.
Proprio per questo il Recovery Fund sarebbe per l’Italia un’occasione imperdibile e proprio in questi ultimi giorni di Aprile il presidente del Consiglio e i suoi ministri dovranno ragionare al piano da presentare a Bruxelles.