Che cos’è il “tangping”? Il manifesto in cui si riconosce parte della gioventù cinese, contro una società basata sempre di più sulla competitività, sulla carriera e sul potere d’acquisto. Letteralmente, “tangping” significa “stare sdraiati”, ma è ormai diventato sinonimo di rifiuto della rincorsa del denaro, del successo, del consumismo. In pratica, una forma di resistenza, sebbene passiva, al materialismo e al consumismo sfrenato.
Tutto è nato ad aprile, quando un millennial anonimo ha descritto il proprio stile di vita degli ultimi due anni su un forum online: «Ho rinunciato ad avere un impiego fisso, lavoro solo pochi mesi, quello che basta per avere lo stretto necessario. Poi sto saggiamente disteso, faccio buone letture, non voglio comprare niente che non sia indispensabile. In Cina non abbiamo mai avuto una corrente ideologica che esalti la soggettività dell’essere umano, siamo in piena involuzione, così ho deciso di fare “tangping”».
Nel ragionamento del giovane, che evidentemente deve aver studiato, viene citato anche il filosofo greco Diogene, celebre per aver scelto di vivere in una botte, e che Plutarco descrisse nelle Vite parallele così: «Il re in persona (Alessandro Magno) andò a cercarlo e lo trovò disteso al sole… gli chiese se avesse bisogno di qualcosa e Diogene rispose: “Sì, spostati che mi togli il sole”». Per concludere il proprio post, il giovane cinese ha aggiunto una foto che lo mostra felicemente disteso sul letto in pieno giorno.
Ci è voluto poco perché l’hashtag #Tangping iniziasse a girare per tutto il web mandarino. Dopodiché è nato un forum dedicato all’argomento e a questa “filosofia” di vita, con numerosi commenti di questo tipo: «Inviare il proprio curriculum per trovare lavoro è come mettere un messaggio in bottiglia e affidarlo all’oceano»; «Chi ha detto che ogni bravo cinese deve impegnarsi per accrescere la produttività, avere successo, acquistare un’auto, fare un mutuo per la casa, sposarsi e avere dei figli?»; «Sì, rilassiamoci e sdraiamoci tutti per un po’». I social non aspettavano altro per popolarsi di meme con cani e gattini allungati supini ovunque.
La crescente diffusione di questo tormentone ha inevitabilmente attirato l’attenzione delle autorità, che si sono a dir poco preoccupate. Da un lato, perché ogni linea di pensiero o aggregazione non ispirata direttamente dal Partito è vista con sospetto da Pechino; dall’altro, per la paura che i “tangpingisti” diano il cattivo esempio alle grandi masse giovanili, smorzando lo slancio patriottico del «Sogno cinese» di Xi Jinping, che punta ad una produttività e ad un consumismo sempre più elevati. Proprio in questa visione era giunta la nuova legge che permetteva alle coppie sposate di avere tre figli con l’obiettivo di avere in futuro più lavoratori e più consumatori. Uno stratagemma a cui un “ribelle tangpingista” avrebbe risposto: «Noi tutti pensiamo a sdraiarci e loro vorrebbero spingerci a riprodurci, non capiscono proprio».
Come prevedibile, durissima la stampa di Pechino: «E una vergogna sentire ragionamenti rinunciatari e disfattisti nella nostra società socialista». E gli esperti intervistati, come il professor Li Fengliang della prestigiosa Università Tsinghua, sottolineano come lo “stare sdraiati” sia irresponsabile e contrario all’etica socialista che permette all’economia di svilupparsi. Nessuno sconto nemmeno dalla Lega della Gioventù Comunista: «Migliaia di giovani medici e infermieri si sono battuti senza risparmio per fermare il coronavirus: non si sono sdraiati supini, loro».
A questo punto è partita ovviamente la censura, che in Cina è di prassi, per oscurare l’hashtag #Tangping e bloccare i forum che ne esaltavano la tendenza come forma di resistenza a un sistema che vuole tutti uguali.