Chi sono i Cgi Influencer?
Si tratta di personaggi virtuali, creati completamente al computer grazie alla tecnica della computer-generated-imagery. Sono del tutto uguali agli influencer che seguiamo, sono ritratti nelle tipiche attività da social, ma al contrario loro sono dichiaratamente non reali.
Il trend degli influencer virtuali (robot-influencer) ha preso il largo su tutti i social media: i loro account ottengono milioni di views e vedono aumentare i propri follower. Dei creatori invece si sa poco e niente. Per i follower e per le aziende in cerca di pubblicità, i Cgi influencer non sono poi così diversi da quelli reali, ma gli esperti di marketing si interrogano sulla possibile durata di questo trend.
Da un punto di vista commerciale offrono numerosi vantaggi alle aziende rispetto agli influencer in carne e ossa. Non invecchiano, non possono incorrere in scandali e riescono a cambiare il proprio aspetto in ogni post senza bisogno di makeup artist o nuovi abiti. Oggi il giro d’affari degli influencer viene valutato intorno ai cinque miliardi di dollari secondo uno studio di InfluencerDB e la spesa è destinata a crescere negli anni a venire. Il rapporto ha stimato che il 39% di tutti gli account di Instagram è gestito da influencer. Considerando che potrebbe esserci un miliardo di utenti attivi sulla piattaforma, ci sono già molti con cui competere. L’aggiunta dei protagonisti robot rischia di stravolgere un mercato già saturo, ma per ora l’effetto novità sembra funzionare.
“Non c’è molta differenza tra una persona reale e uno di questi account Cgi se l’interazione e la fiducia ci sono, una campagna con Lil Miquela sarà efficace quanto quella con qualsiasi altro influencer”. Buzz Carter, esperto di marketing
Al momento gli influencer virtuali sono una rarità, ma dato l’iniziale successo è probabile che a breve nuovi personaggi non reali inizino a intasare le bacheche.
La prima Cgi influencer è stata Lil Miquela, approdata su instagram nel 2016 (inizialmente veniva scambiata per una normale adolescente), ora conta 3 milioni di follower. È stata creata al computer dall’agenzia di marketing Brud di Los Angeles, diventando presto un volto fisso nelle riviste di moda e promuovendo vari prodotti mentre “scatta” numerose foto della sua vita quotidiana in California, ha inoltre lanciato una canzone su Spotify. Immancabili, nella sua quotidianità sono le foto e i selfie con gli amici, reali e non, tra cui ritroviamo altri due robot-influencer, Blawko e Bermuda, sempre creati dall’agenzia di Brud (valutata ora 125 milioni di dollari e acquisita dalla startup di Not Dapper Labs).
Altro caso famoso di influence digitale è la modella Shudu. Lanciata nell’autunno del 2018 dalla campagna del lussuoso marchio di moda francese Balmain, Shudu (al momento ha più di 200mila follower su Instagram) è una free agent conosciuta come la prima top model digitale al mondo. É stata creata dal fotografo di moda britannico Cameron-James Wilson insieme ad altri nuovi personaggi virtuali.
“Quando è arrivato un punto in cui la maggioranza pensava che fosse reale, ho detto ok, è andata avanti abbastanza a lungo – ha detto Wilson – e ho dimostrato che non si trattava solo di un’immagine una tantum. È stato allora che ho capito che non doveva essere più una situazione ambigua e ho chiarito la sua provenienza“.
Anche l’Asia è attratta non è esente da questo movimento, c’è infatti Rozy, 101 mila follower, famosissima in Corea del Sud. Anche lei ovviamente creata al computer, e diventata famosa per aver fatto da modella per Chevrolet e pubblica inoltre post du make-up e moda
Se vi è mai capitato di approdare su uno di questi profili, vi sarete accorti della straordinaria accuratezza con con cui sono stati creati questi personaggi, tanto da passare inizialmente per persone vere. Secondo il sito HypeAuditor, inoltre, gli influencer virtuali ottengono quasi tre volte più reach degli influencer reali.
Dove ci porterà questo trend? Secondo voi gli influencer saranno definitivamente rimpiazzate da queste identità virtuali o è un trend destinato a svanire con il tempo? Pensate anche voi, come Buzz Carter, che non ci sia differenza tra un prodotto consigliato da un Cgi influencer o da uno in carne ed ossa?