Tel Aviv è per la prima volta in assoluto in cima alla classifica, di Worldwide Cost of Living 2021 redatta da ‘The Economist‘ diventando così la città più cara al mondo in cui vivere. La città israeliana è salita dal quinto posto lo scorso anno, spingendo Parigi al secondo posto insieme a Singapore.
Il report di The Economist evidenzia l’impatto dell’inflazione sui costi della vita, per via dei rialzi causati dai problemi della catena di approvvigionamento e dalle misure legate al Covid 19 che che hanno limitato la produzione e gli scambi commerciali. In più il tasso di inflazione dei prezzi evidenziato nel costo della vita mondiale, in tutte le città è stato il più veloce registrato negli ultimi cinque anni.
È accelerato oltre il tasso pre-pandemia, in aumento del 3,5% su base annua in valuta locale nel 2021, a fronte di un aumento di appena l’1,9% in 2020 e 2,8% nel 2019.
I problemi della catena di approvvigionamento, nonché le variazioni dei tassi di cambio e l’evoluzione della domanda dei consumatori, hanno portato ad un aumento dei prezzi delle materie prime e di altri beni. Gli aumenti più rapidi dell’indice WCOL sono stati per trasporti, con il prezzo di un litro di benzina cresciuto in media del 21%.
La posizione di Tel Aviv riflette principalmente la sua impennata e gli aumenti dei prezzi per circa un decimo delle merci in città, trainate da generi alimentari e trasporti, in valuta locale.
Anche i prezzi degli immobili – i quali non inclusi nel calcolo dell’indice – sono aumentati, soprattutto nelle zone residenziali.
Una perdita da segnale è Roma che ha visto il calo maggiore nella classifica, passando dal 32° al 48° posto, con un calo particolarmente marcato nel suo carrello della spesa e nelle categorie di abbigliamento.