Il Covid, la pandemia e il lockdown hanno messo a dura prova tutti, non solo dal punto di vista fisico ma anche quello mentale. Per far fronte a questa emergenza scaturita da un’altra emergenza, potrebbe arrivare un emendamento bipartisan alla Legge di Bilancio: il cosiddetto bonus psicologo.
Bonus fino a 1600 euro: come funziona
Il bonus dovrebbe prevedere due tipi di contributi, uno senza limiti di reddito e l’altro legato all’Isee e richiederebbe un budget di 50 milioni di euro. Per favorire l’accesso ai servizi di psicoterapia, sarebbero previsti dei voucher. Le forme di supporto economico dovrebbero essere due: un bonus di avviamento (15 milioni di euro) e un bonus sostegno (35 milioni di euro). Ad averne diritto saranno tutti i cittadini residenti nel territorio italiano.
Il bonus di avviamento consisterebbe in un aiuto di 150 euro senza alcun limite di reddito per i maggiorenni a cui non è stato diagnosticato alcun disturbo psicologico e che non hanno avuto accesso ad altri aiuti dedicati ai servizi psicoterapici.
Il secondo bonus, invece, è legato all’Isee: fino a 1600 con Isee inferiore a 15 mila euro, 800 euro con Isee tra 15 mila e 50 mila e 400 euro con Isee tra i 50 mila e i 90 mila.
“È molto importante garantire l’accesso alle terapie psicologiche e psicoterapeutiche a più persone possibili, perché il Covid ha messo alla prova la salute mentale di uomini, donne, ragazze e ragazzi e il servizio sanitario nazionale adesso non ce la fa”, affermano le senatrici che hanno presentato l’emendamento. “Sappiamo dai dati che il disagio psicologico riguarda un 30% di possibili pazienti che non può permettersi di ricorrere allo psicologo e che il SSN non è attualmente in grado di soddisfare con i suoi 5.000 psicologi”.
Le conseguenze della pandemia sulla salute psicologica
Negli ultimi due anni sono stati fatti molti studi per tracciare le conseguenze della pandemia sulla salute mentale e psicologica. I disturbi psichiatrici più comuni registrati sono depressione, ansia e disturbo post traumatico da stress.
L’Università San Raffaele di Milano ha pubblicato uno studio condotto su un campione di 402 pazienti affetti da Covid con età media di 58 anni, esaminati a intervalli di un mese e tre mesi dall’infezione diagnosticata. Il 50% ha manifestato almeno un disturbo psichiatrico e dopo un mese hanno dichiarato di soffrire di ansia (42%), insonnia (40%) e disturbo post-traumatico da stress (28%). Se col passare del tempo queste problematiche tendono a diminuire, la depressione purtroppo resiste, colpendo il 20% delle persone che non avevano mai avuto disturbi psicologici e il 40% dei pazienti colpiti dal Covid che avevano già problemi conclamati.
Queste ripercussioni sono confermate anche da un altro studio condotto dall’Università di Oxford. I ricercatori hanno analizzato le cartelle cliniche di 69 milioni di persone, delle quali 62.354 con diagnosi di Covid. Dai risultati è emerso che circa una persona su cinque ha disturbi psichiatrici tra le due settimane e tre mesi dopo una diagnosi di Covid.