Stando ai risultati del Digital Consumer Trends Survey 2021 di Deloitte, un’ indagine basata su oltre 2 mila interviste a persone tra i 18 e i 75 anni, il 22% degli italiani ha smesso di usare i social.
Chi in via temporanea, chi in definitiva, ma decisamente una percentuale alta quella di chi ha intrapreso questa scelta anticonvenzionale dando il ben servito ai social network.
Gli intervistati spiegano così la loro scelta: un 35% si dice stanco dei contenuti, il 25% non tollera più la presenza eccessiva di fake news e poi c’è chi teme per la propria privacy circa il 21%.
Per nulla trascurabile quel 18% degli intervistati – tra i 18 e i 75 anni – che si è allontanata dai social per i contenuti (post e commenti) considerati troppo negativi. Contenuti studiati ad hoc, montati e finti non sono più di interesse per l’utente, che al contrario si sente caduto nella trappola. E qui verrebbe in mente Bauman e le sue parole in merito ai social network:
“La maggior parte delle persone che utilizzano i social media non hanno l’intento di unire, di aprire i propri orizzonti, ma, al contrario, circoscriversi una zona di confort in cui essere unici, dove le uniche cose visibili sono i riflessi del proprio volto. I social media sono molto utili, forniscono piacere, ma sono anche una grande trappola.“
Social media, cosa fanno gli utenti?
La disconnessione dei social ha un tempismo sospetto considerando che il lockdown 2020 è stato il periodo in cui gli utenti social hanno raggiunto il record storico: nuove iscrizioni, accesso ai più svariati social e maggior tempo dedicato ai social hanno fatto da capolino.
Un troppo che stona verrebbe da pensare. Troppo tempo passato sui social tanto da stancarsi. Abbiamo poi visto come gli interessi e le priorità siano cambiate durante la pandemia e una maggiora attenzione al benessere psicofisico. La crescita del wellness economy ne è la dimostrazione.
Più tempo in natura e meno sui social, ma anche una maggior considerazione dell’utilizzo degli smartphone. Infatti questi e gli altri device digitali non vengono più visti come “strumenti per monitorare la propria salute e fruire di contenuti di intrattenimento, ma anche un canale per effettuare acquisti online e aumenta la fiducia anche verso i provider contactless”.
Quindi il disuso dei social non è collegato all’utilizzo dello smartphone, che resta il dispositivo digitale più utilizzato dai consumatori.
I social media – come riporta il report di Deloitte – diventano inoltre fonte preferita di notizie per una quota significativa di rispondenti (23%), poco al di sotto del risultato raggiunto dai media più tradizionali, come i giornali cartacei e i siti di notizie.
Non c’è però una diretta correlazione tra la preferenza di utilizzo dei social media come fonti di notizie e la fiducia nelle informazioni veicolate tramite questi canali: solo 1 su 4 tra chi scegli queste piattaforme come canale di informazione preferenziale dichiara infatti di fidarsi delle informazioni che vi vengono condivise.
Emerge invece una correlazione tra chi crede nelle teorie cospirazioniste e l’utilizzo dei social come mezzo di informazione. Ad esempio, il 18% dei rispondenti che utilizzano i social media come fonte principale di notizie credono che indossare una mascherina non sia salutare, mentre questa percentuale si dimezza (9%) tra chi preferisce informarsi tramite un media più tradizionale come la TV.
Vedremo prossimamente come procederà la situazione.