Guai in casa Spotify: perché la piattaforma svedese sta correndo ai ripari

da | Feb 1, 2022 | Attualità

Nei giorni scorsi Neil Young e Joni Mitchell hanno deciso di ritirare il loro catalogo musicale da Spotify. Il motivo? I due artisti non vogliono condividere la piattaforma di streaming svedese con The Joe Rogan Experience, un popolarissimo podcast, accusato di aver diffuso notizie false riguardo il Covid.

Chi è Joe Rogan?

Comico, esperto di jujitsu, commentatore di arti marziali miste e conduttore di uno dei podcast più seguiti, queste le professioni di Joe Rogan.

Il suo podcast, nato nel 2009, conta più di 1700 episodi con circa 200 milioni di download mensili, tutti condotti da Rogan. Da dicembre 2020 Spotify ha stretto un accordo di licenza esclusiva per un valore stimato attorno ai $100 milioni. Gli ospiti variano tantissimo: da comici a fisici, da sportivi a musicisti, da illusionisti a biologi, le conversazioni quotidiane tra ospiti e conduttore possono durare anche tre ore.

Il problema è che, all’interno di questo vastissimo catalogo, Rogan ha invitato alcune figure scettiche nei confronti dei vaccini Covid-19. Il podcast quindi è stato accusato più volte di aver diffuso notizie false riguardo la pandemia e di aver appoggiato il movimento no-vax.

Accuse da cui Rogan si difende. Ha negato di aver diffuso notizie false dicendo che lo scopo del podcast è sempre stato di parlare con le persone, ma ha anche ammesso di aver sbagliato in passato. “Il mio impegno è di fare del mio meglio per cercare di bilanciare questi punti di vista più controversi con i punti di vista di altre persone, in modo da poter forse trovare un punto di vista migliore”.

Le decisioni e opinioni delle star

Il primo ad abbandonare Spotify dopo aver pubblicato (ed eliminato) una lettera sui social è stato Neil Young: “O me o Joe Rogan su Spotify, non entrambi”. A seguito della decisione della piattaforma di appoggiare Rogan, Young ha eliminato il suo catalogo (a eccezione di un live, un EP e un brano). A seguire Young è stata Joni Mitchell, una delle cantanti folk più importanti e Nils Lofgren, chitarrista di Bruce Springsteen.

Anche Harry e Meghan hanno espresso preoccupazione riguardo contenuti che diffondono disinformazione sul Covid. Tuttavia, il Duca e la Duchessa di Sussex hanno dichiarato che continueranno a lavorare con Spotify. Anche la coppia, infatti, ha un contratto di esclusiva con la piattaforma per la creazione di una serie di podcast.

E in Italia? Jovanotti ha detto la sua, attaccando non tanto Rogan e il suo podcast quanto Spotify. “Le grandi piattaforme tipo Spotify ecc. sono editori a tutti gli effetti, sebbene sbandierino una neutralità nei fatti finta oltre che impossibile e si dichiarino editori solo quando gli fa comodo”, ha detto su Twitter. E propone anche una soluzione: “Usare la testa e farlo con il cuore. Studiare, ascoltare, immaginare, leggere, sentire. Non vedo altra prospettiva sana e percorribile nel mondo connesso globale social web digital algoritmico free noquesto e noquestaltro”.

La reazione di Spotify

Per arginare la controversia, Spotify ha deciso di aggiungere un avvertimento per ogni episodio che tratta di coronavirus ed indicherà delle linee guida valide per tutta la piattaforma. “C’è stato molto dibattito sull’informazione sul Covid su Spotify. Abbiamo ascoltato le critiche e stiamo attuando modifiche per combattere la disinformazione”, ha dichiarato l’amministratore delegato Daniel Ek. Staremo a vedere se questa decisione basterà a calmare la situazione.