ll cyberbullismo è la manifestazione in Rete di un fenomeno più ampio e meglio conosciuto come bullismo, così lo definisce il MIUR. il bullismo è caratterizzato da azioni violente e intimidatorie esercitate da un bullo, o un gruppo di bulli, su una vittima. Queste attività contro la vittima possono riguardare insulti verbali, aggressioni verbali o fisiche e persecuzioni. Spesso è la scuola il luogo in cui questo accade. I bulli scelgono la vittima reputata più fragile per condizione fisica, caratteriale o sociale, instaurando un vero e proprio accanimento.
La vittima si sente sola, emarginata e sbagliata. E più queste emozioni diventano tangibili nella vittima più la forza dei bulli aumenta. Se fino a 10 anni il bullismo iniziava e finiva a scuola, con l’avvento della tecnologia i bulli raggiungono le vittime ovunque. Infatti se è vero che il bullismo purtroppo è sempre esistito, c’è da dire che questo rimaneva ancorato ad un unico luogo, mentre invece le nuove generazioni essendo hi-tech non si staccano mai dalla rete che è il luogo delle minacce. Il cyberbullismo avviene tramite Internet sotto forma di offese, minacce e molestie.
Le vittime del cyberbullismo conoscono personalmente i loro aggressori, che molto spesso sono i compagni di classe. Trattandosi prevalentemente di adolescenti, le vittime sono particolarmente vulnerabili di fronte a tali comportamenti tanto da non denunciare gli aggressori per paura.
Le conseguenze delle ripetute minacce sono pericolose. Molte di esse incorrono in forme di depressione, autolesionismo e tendono ad isolarsi. La pressione psicologica agisce negativamente anche sulla condizione fisica. Un’alta percentuale di vittime ammette di aver ridotto drasticamente l’assunzione di cibo. Questa conseguenza è fortemente presente nei casi di body shaming, ovvero nei casi di offese che tendono a concentrarsi sull’aspetto fisico della vittima. Al tempo stesso, un’altrettanta percentuale di vittime trova rifugio nel cibo, lasciandosi andare ad abbuffate eccessive. Sono pure capitati terribili casi di suicidio.
L’unico modo per prevenire è conoscere il fenomeno.
Se si conosce il fenomeno è possibile per la vittima difendersi e per il bullo capire lo sbaglio.
È assolutamente importante che la vittima parli del suo malessere con i genitori e con il personale scolastico. Una scelta che può essere utile è il dialogo, mediato dai professori o personale scolastico, tra vittima e bulli. Conoscere quali sono i motivi che spingono i bulli ad adottare quei comportamenti mirati a fare del male e spiegare loro che non c’è nessuna giustificazione a tali atteggiamenti.
Stare attenti a ciò che si pubblica in rete e alle amicizie sui social network. Dare importanza alla propria privacy. Le informazioni che lasciamo in giro sui sociali, ci raccontano e ci descrivono e possono essere usate dai mal intenzionati. Saper utilizzare i social è importantissimo per non trovarsi difronte a situazioni spiacevoli.
I genitori e soprattutto gli insegnanti hanno il dovere di tutelare gli adolescenti. A loro è stata data la funzione di aiutare i ragazzi che si trovano in difficoltà e di intervenire in caso di cyberbullismo. È compito dell’insegnante sensibilizzare e dare informazioni ai ragazzi e ai genitori che si trovano nella situazione sopradescritta.