Scoperto il relitto più profondo del mondo nelle Filippine

da | Giu 27, 2022 | Attualità

È stato ritrovato il relitto più profondo del mondo nell’Oceano Pacifico a largo delle Filippine. Il relitto è adagiato a 6985 metri di profondità e si tratta della nave da guerra americana USS Samuel B Roberts, anche conosciuta come Sammy B.

La storia della Sammy B

Nella storia della marina americana, la Sammy B è nota per l’ultimo, eroico scontro a cui prese parte prima di affondare.

La Sammy B era un cacciatorpediniere della marina militare statunitense risalente alla seconda guerra mondiale. Nell’ottobre del 1944, la Sammy B affrontò la flotta navale giapponese durante il più grande scontro navale della seconda guerra mondiale: la Battaglia al largo di Samar, durante l’ultima fase della Battaglia del Golfo di Leyte nelle Filippine.

Le forze americane, impegnate a difendere i territori filippini conquistati, si scontrarono con la marina imperiale giapponese. Nonostante l’inferiorità numerica e di armi, la Sammy B riuscì a tenere testa alla flotta nipponica. Secondo alcuni documenti, il cacciatorpediniere americano riuscì ad eliminare un incrociatore pesante giapponese grazie a un siluro e ne danneggiò un altro prima di essere colpita fatalmente dalla corazzata nemica Yamato.Dei 224 uomini dell’equipaggio, 89 morirono e i 120 sopravvissuti rimasero aggrappati alle zattere di salvataggio per 50 ore in attesa di essere soccorsi.

Dopo l’attacco, la Sammy B affondò a picco, adagiandosi sul fondale marino a 6985 metri di profondità. Per dare un’idea dell’impressionante profondità, il 98% dei fondali oceanici del mondo ha una profondità inferiore ai sei mila metri. E ancora, il Titanic fu localizzato a circa quattro mila metri di profondità nel nord dell’Oceano Atlantico.

“Testimone delle battaglie”

La scoperta del relitto è stata fatta da Victor Vescovo – texano, investitore, esploratore – , fondatore della Caladan Oceanic Expeditions, in collaborazione con Eyos Expeditions.

“Il Sammy B ha affrontato gli incrociatori pesanti giapponesi a bruciapelo e ha sparato così rapidamente da esaurire le sue munizioni; era arrivato a sparare proiettili fumogeni e proiettili di illuminazione solo per cercare di incendiare le navi giapponesi, e ha continuato a sparare. Fu un atto di eroismo straordinario. Quegli uomini, da entrambe le parti, stavano combattendo fino alla morte”, ha dichiarato a BBC News Vescovo.

Vescovo è ormai un veterano nel campo dei ritrovamenti di relitti. Solo l’anno scorso è riuscito a trovare un’altra nave della marina statunitense, il cacciatorpediniere USS Johnston a 6460 metri di profondità.

Secondo Kelvin Murray della Eyos, mancano ancora due navi americane all’appello, la USS Gambier Bay e la USS Hoel, ma scovarle è estremamente difficile. “Non voglio usare l’espressione “ago nel pagliaio” perché dietro c’è tantissima ricerca per cercare di ridurre il pagliaio. Ma c’è bisogno comunque di una buona dose di fortuna.”