Si sta discutendo in queste ore di una nuova legge che potrebbe cambiare la vita a più di un milioni di ragazzi: lo Ius Scholae. Questa legge permetterebbe il riconoscimento della cittadinanza italiana a un percorso scolastico per i minori che non ce l’hanno dalla nascita.
Il testo del decreto punta a riconoscere il ruolo della scuola consentendo a quasi un milione di ragazzi di origine straniera under 18 la possibilità di chiedere la cittadinanza italiana dopo aver frequentato “almeno 5 anni di scuola dell’obbligo”.
In cosa consiste in breve la proposta di Legge?
La proposta è composta da due articoli e introduce un nuovo criterio per ottenere la cittadinanza prima dei 18 anni, lo ius scholae, un’acquisizione della cittadinanza tramite la scuola. Quindi un bambino nato in Italia o arrivato prima di avere compiuto 12 anni potrebbe fare richiesta di cittadinanza dopo aver fatto un ciclo scolastico di 5 anni, che può essere composto solo dalle elementari o da alcuni anni di elementari e altri di medie o superiori. La richiesta di cittadinanza potrà essere fatta anche da un solo genitore legalmente residente in Italia.
Dopo la bocciatura dello Ius Soli, questa nuova legge aprirebbe la possibilità agli “immigrati di seconda generazione” di ottenere la cittadinanza italiana. Secondo l’attuale legge italiana un bambino è italiano solo se almeno uno dei genitori è italiano, mentre se un bambino nasce in Italia ma è figlio di due genitori stranieri non ha diritto alla cittadinanza italiana, ma la può richiedere dopo i 18 anni di vita solo se fino a quel momento ha vissuto ininterrottamente e legalmente in Italia.
Se dovesse diventare legge il passaggio della cittadinanza non sarà automatico ma dovrà essere richiesto dai diretti interessati.
Ad ostacolare l’approvazione della legge ci sono la Lega e Fratelli d’Italia, mentre Forza Italia sarebbe divisa e la legge sarebbe appoggiata dalla Sinistra e da M5S, PD, Liberi e Uguali e Italia Viva che sono favorevoli alla riforma.
A dare l’appoggio alla Legge c’è Save the Children, da sempre impegnato per l’uguaglianza dei cittadini: “secondo i dati relativi all’anno scolastico 2019/2020 frequentano le scuole italiane più di 877mila alunni con cittadinanza non italiana, quasi 20mila in più rispetto all’anno scolastico precedente, che rappresentano il 10,3% del totale degli iscritti nelle scuole italiane. Il 57,4% di loro, presenti nel sistema di istruzione, si concentra nel primo ciclo. Si osserva inoltre che, dopo una fase di rallentamento, negli ultimi quattro anni scolastici (dal 2016/2017) il numero di alunni con cittadinanza non italiana ha ripreso a crescere, mentre diminuiscono gli studenti italiani”.
“Assicurare che si sentano pienamente cittadini della comunità in cui crescono è fondamentale per garantire ai bambini e alle bambine – oggi stranieri solo per le anagrafi – una piena condivisione dei diritti e delle opportunità dei loro coetanei. La discussione del disegno di legge di modifica alle norme sulla cittadinanza in Parlamento è una occasione che non può essere mancata”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-EU di Save the Children.