È una giornata storica per la Nasa, per l’astronomia e per l’umanità. Il telescopio più potente del mondo, il James Webb Space Telescope, è riuscito a fotografare un gruppo di galassie distanti 13 miliardi di anni luce.
La galassia poco dopo il Big Bang
L’immagine scattata dal telescopio ritrae una fetta di universo chiamata SMACS 0723 e mostra l’ammasso di galassie nella costellazione di Volans. L’ammasso di galassie in sé ha poco meno di 5 miliardi di anni, tuttavia, l’enorme massa di queste galassie ha piegato e ingrandito la luce di oggetti molto più lontani per via dell’effetto gravitazionale simile allo zoom di un telescopio. Il telescopio Webb è riuscito a rilevare la forma distorta (nella foto sono gli archi rossi) delle galassie che esistevano più di 13 miliardi di anni fa, precisamente appena 600 milioni di anni dopo il Big Bang.
“La luce viaggia a 186.000 miglia al secondo. E la luce che vedete su uno di questi piccoli granelli ha viaggiato per oltre 13 miliardi di anni”, ha dichiarato l’amministratore della Nasa Bill Nelson. “E tra l’altro, stiamo andando ancora più indietro perché questa è solo la prima immagine. Le foto vanno indietro di circa 13,5 miliardi di anni. E poiché sappiamo che l’universo ha 13,8 miliardi di anni, stiamo tornando indietro quasi all’inizio”.
Per questo, secondo gli esperti, il telescopio potrebbe rivoluzionare la nostra conoscenza del cosmo grazie alla sua tecnologia all’avanguardia in grado di catturare immagini ad infrarossi dell’universo.
Il telescopio James Webb
La star della missione – oltre alle immagini – è proprio il telescopio James Webb, sviluppato insieme all’Agenzia Spaziale Europea dalla metà degli anni ’90, costato 10 miliardi di dollari e lanciato il natale scorso.
Il telescopio è dieci volte più potente del suo predecessore Hubble e, sfruttando una serie di lenti, filtri e prismi, è in grado di rilevare segnali dello spettro degli infrarossi che sono invisibili all’occhio umano. È il telescopio più potente mai costruito e attualmente è distante 1 milione di miglia dalla Terra.
Il telescopio ha altri quattro obiettivi principali. Uno è la nebulosa Carina, una sorta di vivaio lontano 7.600 anni luce dalla Terra in cui stelle più grandi del Sole si formano di continuo. Gli altri sono il pianeta gigante WASP-96b distante 1.150 anni luce costituito principalmente da gas; la nebulosa planetaria Southern Ring che si presenta come un anello di gas che avvolge una stella morta e il gruppo di galassie Stephan’s Quintet nella costellazione di Pegaso caratterizzato da strani movimenti.
Marco Sirianni, responsabile dello sviluppo del telescopio Webb per l’ESA, ha spiegato all’Ansa che ogni obiettivo corrisponde a cinque grandi temi di ricerca: la nascita delle stelle, la formazione dei pianeti, la nascita delle prime galassie dopo il Big Bang, l’evoluzione delle galassie e lo studio dei pianeti esterni al Sistema Solare.
Oggi la Nasa svelerà altre foto scattate dal telescopio James Webb.