Compiti per le vacanze si o compiti per le vacanze no. Pro, contro e qualche idea

da | Lug 13, 2022 | Mondo Scuola

La scuola è finita e gli ultimi esami stanno terminando, i ragazzi sono finalmente liberi dagli impegni scolastici. Tra le vacanze, i campi estivi e le gite organizzate le giornate estive volano, al contrario del lungo inverno.

Ma c’è una questione che fa discutere i genitori e gli alunni: i compiti per le vacanze. Sono due le linee di pensiero degli insegnanti: chi consiglia lo stop delle attività meramente scolastiche e il via al gioco, divertimento e attività esperienziali e chi invece consegna una lista di compiti suddivisi in attività didattiche, letture di libri specifici ed esercizi vari, in modo da non perdere il ritmo e non avere un ritorno traumatico a scuola.

Il dibattito è arrivato anche al MIUR che si è interrogato spesso sulla questione, ad esempio per i compiti quotidiani si è deciso che il lavoro extrascolastico deve essere commisurato al lavoro scolastico quindi alle ore passate in classe e che bisogna tener conto dell’età dei discenti.

Compiti vacanze, pro, contro e la nostra idea

Difficile analizzare i pro e i contro quando si parla dei compiti per le vacanze, in quanto ad esempio se mettessimo come pro il fatto che i compiti impieghino gli studenti per 3 mesi, avremmo il contro che si toglie del tempo ad attività ludiche ed esperienziali che sono utili tanto e quanto all’apprendimento. Stesso discorso per i pro di dare una continuità allo studio così da trovarsi preparato al rientro in scuola, ma con il contro che non fermarsi e svagare potrebbe essere un male all’apprendimento stesso.

Quindi qual è la soluzione ideale? Come sempre la via di mezzo: ponderare i compiti e assegnarli in base alle necessità del discente.

Avete capito bene, non parliamo di classe ma di alunno per alunno. L’insegnante che ha conosciuto durante l’anno scolastico lo studente è in grado di conoscere le lacune e le potenzialità del singolo discente e quindi è in grado di assegnare i compiti giusti e misurati alla persona e non all’intera classe.

Facciamo un esempio: è controproducente assegnare generici libri da leggere, ma sarebbe molto più utile consigliare delle letture specifiche per ogni studente che vadano a rispettare i gusti e gli interessi che lo studente ha palesato durante l’anno. In questo modo la lettura del libro verrà considerata dallo studente come un piacere non come un obbligo.

Come insegna la pedagogia, ricordiamoci che ogni studente è un mondo ha sé, con tempi di apprendimento diversi e interessi diversi e come tale anche i compiti dovrebbero essere diversi.