Le salamandre potrebbero nascondere il segreto per rigenerare gli arti anche negli esseri umani

da | Set 14, 2022 | Attualità

Da milioni di anni, dei particolari anfibi nascondono un segreto incredibile. Stiamo parlando delle salamandre e della loro capacità di rigenerazione degli arti. Per questo un gruppo di ricercatori le sta studiando nella speranza di trovare “nuove prospettive per migliorare il trattamento delle lesioni negli esseri umani”.

L’axolotl potrebbe svelare i segreti

Come si legge in un articolo del quotidiano El País, le salamandre sono creature straordinarie che non solo hanno la capacità di rigenerare arti o dita tagliati, ma sono anche in grado di riparare il cuore o il midollo spinale danneggiati.

Questa straordinaria capacità è al centro di una ricerca condotta nell’ambito del progetto RegGeneMems, finanziato dall’Unione Europea, che sta indagando come funzionano le molecole che comandano le cellule delle salamandre ferite di ripristinare l’arto amputato.

Protagonista della ricerca è una particolare specie di salamandra, l’Ambystoma mexicanum, nota anche come axolotl, che vive nei laghi presso Città del Messico. L’axolotl deve il suo nome al dio del fuoco azteco Xólotl che, secondo la leggenda, si travestì da salamandra per evitare di essere sacrificato.

Gli axolotl adulti, che possono raggiungere 30 centimetri di lunghezza, conservano le caratteristiche dello stadio giovanile per tutta la loro vita. Fin dallo stadio larvale mantengono le caratteristiche branchie prominenti che sporgono dalla testa. E nonostante siano anfibi, non lasciano mai l’acqua – comportamento molto insolito per questa classe di animali.

Fantascienza… o realtà?

Sebbene i ricercatori sottolineano che per un umano rigenerare un braccio o una gamba sia fantascienza, gli studiosi ritengono che le salamandre possono “offrire nuove prospettive per migliorare il trattamento delle lesioni negli esseri umani”.

Sì perché il processo di rigenerazione è leggermente diverso da umano a salamandra. Il processo è così descritto dagli esperti: “Quando l’axolotl perde un arto si forma un coagulo di sangue nella ferita. Le cellule della pelle si muovono per coprire la ferita in un solo giorno. I tessuti iniziano a riorganizzarsi, formando dapprima una massa disordinata di cellule (blastema) che sembra priva di qualsiasi organizzazione. Un blastema è una massa di cellule indifferenziate che ha la capacità di svilupparsi in un organo o appendice, particolarmente importante nella rigenerazione degli arti amputati”.

Per quanto riguarda le lesioni negli umani, “il tessuto cicatriziale è costituito da cellule con proprietà collanti chiamate fibroblasti. Nelle salamandre succede qualcosa di sorprendente: nel giro di poche settimane le cellule riacquistano flessibilità per diventare ossa, legamenti, tendini o cartilagini. Le cellule si inviano segnali l’un l’altro che dirigono la ricostruzione della parte del corpo perduta dal moncone, facendo crescere una replica esatta”.

L’ambizione del capo progetto della ricerca Elly Tanaka, è di prendere spunto dagli axolotl per “produrre un gruppo di cellule staminali umane che possono rigenerarsi come fa un axolotl”. Staremo a vedere se in futuro riusciremo ad imitare le grandi capacità di questo piccolo anfibio.