“Hikikomori”, in Italia gli adolescenti ritirati sociali sono 54mila

da | Mar 3, 2023 | Attualità

In Italia sono ben 54mila gli adolescenti hikikomori, termine giapponese che indica un giovane o giovanissimo che smette di uscire di casa, rinchiudendosi nella sua stanza, limitando al minimo i rapporti con l’esterno. Questo è il dato allarmante che emerge dallo studio dell’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr, promosso dalla onlus Gruppo Abele e in collaborazione con l’Università della Strada.

Gli hikikomori in Italia

Sulla base di un campione di oltre 12mila studenti, i ricercatori stimano che in Italia ci siano all’incirca 54mila adolescenti che trascorrono la loro vita isolati nelle loro stanze.

Per descrivere questo comportamento, gli studiosi utilizzano il termine giapponese hikikomori, che indica proprio l’isolamento volontario. Gli hikikomori smettono di uscire di casa, non frequentano la scuola, gli amici e non fanno sport, si chiudono nelle loro camere e comunicano col mondo esterno principalmente attraverso Internet.   

Dal punto di vista demografico, l’età maggiormente a rischio va dai 15 ai 17 anni, ma i primi segni possono emergere già durante la scuola media. La maggior parte degli hikikomori sono i maschi, che trascorrono la maggior parte del tempo giocando online. Le femmine, invece, lo passano dormendo, leggendo o guardando la televisione.

Le cause del fenomeno hikikomori

Le cause che possono scatenare questa scelta sono diverse, ma secondo gli esperti il senso di inadeguatezza rispetto ai coetanei è determinante. “L’aver subito episodi di bullismo, contrariamente a quanto si possa ritenere, non è fra le ragioni più frequenti della scelta. Mentre si evince una fatica diffusa nei rapporti coi coetanei, caratterizzati da frustrazione e autosvalutazione”, spiega Sonia Cerrai (Cnr-Ifc).

E la reazione dei genitori? Continua Cerrai: “Un altro dato parzialmente sorprendente riguarda la reazione delle famiglie: più di un intervistato su 4, fra coloro che si definiscono ritirati, dichiara infatti che i genitori avrebbero accettato la cosa apparentemente senza porsi domande. Il dato è simile quando si parla degli insegnanti”.

Insegnanti e Dirigenti scolastici che, sempre secondo i dati della ricerca, indicano che nell’anno scolastico 2020/21 almeno uno studente è stato coinvolto nel fenomeno dell’isolamento sociale.

Le conseguenze sulla salute e le possibili soluzioni

Le conseguenze del fenomeno hikikomori sulla salute sono tantissime. Aumento del rischio dello sviluppo di uno stato depressivo, impatto negativo sull’alimentazione ed attività fisica, stravolgimento del ritmo sonno-sveglia. E il rischio di sviluppare tendenze autodistruttive, disturbi dissociativi e ossessivo compulsivi sono elevati.

Per lo psicologo Marco Crepaldi, fondatore dell’associazione Hikikomori Italia, il legame genitore-figlio è fondamentale. “Consigliamo, come prima cosa, di dialogare con il ragazzo, e di rapportarsi a lui con un atteggiamento non giudicante. Al centro deve essere messo il suo benessere, senza alimentare quelle pressioni e quelle aspettative sociali, causa dell’isolamento. Per questo motivo, se il ragazzo rifiuta la scuola, è bene non insistere ma magari trovare un piano didattico personalizzato che preveda la frequenza a casa, da remoto. Sicuramente consigliamo di evitare atteggiamenti coercitivi come staccare internet, oppure usare la forza per impedire al figlio di chiudersi a chiave in camera. Oltre al supporto psicologico, è fondamentale un aiuto psichiatrico, anche farmacologico, qualora servisse, ad esempio in caso di una depressione grave”.