Venerdì 21 aprile si terrà uno sciopero nazionale generale che coinvolgerà diversi settori pubblici e privati, tra cui quello della scuola.
Lo sciopero è stato proclamato dalla Confederazione Unitaria di Base (CUB) e durerà l’intera giornata di venerdì. Oltre alla sanità e ai trasporti, anche il settore scolastico ha aderito e si prospettano diversi disagi.
Come specificato in una nota del Ministero dell’Istruzione e del Merito, le amministrazioni delle istituzioni scolastiche “sono tenute a rendere pubblico tempestivamente il numero dei lavoratori che hanno partecipato allo sciopero, la durata dello stesso e la misura delle trattenute effettuate per la relativa partecipazione”.
La nota CUB
In una nota, il CUB riassume così la scelta: “Il Governo sta spendendo miliardi per alimentare una guerra distruttiva in Ucraina, sottraendo risorse dai nostri salari, tagliando la sanità pubblica, impoverendo di fatto lavoratori, pensionati e classi sociali più deboli.
“I lavoratori pubblici hanno stipendi da fame e il cosiddetto posto pubblico non è più attrattivo per i giovani proprio per i bassi salari, gli enormi carichi di lavoro e le poche possibilità di carriera.
“Per aumentare i salari dei dipendenti pubblici, per fermare la guerra, per esprimere solidarietà al popolo francese in lotta e chiedere l’apertura della partita sulle pensioni anche in Italia chiamiamo i lavoratori pubblici allo sciopero”.
Le motivazioni dello sciopero
Nello specifico, le motivazioni che hanno portato a proclamare lo sciopero sono numerose. Innanzitutto, c’è la questione del “rinnovo dei contratti con relativi arretrati e aumento sia dei salari con adeguamento automatico della vita e con recupero dell’inflazione reale, sia degli istituti retributivi del lavoro straordinario, notturno, festivo, ecc”.
Il CUB parla anche dell’introduzione del salario minimo di 12 euro l’ora e spinge per la cancellazione degli aumenti delle tariffe dei servizi ed energia, con un calmieramento dei prezzi dei beni primari e dei combustibili.
Viene chiesto inoltre la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, il blocco delle spese militari e dell’invio di armi in Ucraina, nonché investimenti economici per la scuola, per la sanità pubblica, per i trasporti, per il salario garantito per occupati e sottoccupati.
Tra le altre motivazioni, si legge, lo sciopero è stato indetto anche per fermare la controriforma della scuola, cancellare l’alternanza scuola-lavoro e gli stage gestiti dai centri di formazione professionale pubblici e privati.