A distanza di secoli Alessandro Magno continua ad affascinare, così tanto che il Museo Archeologico Nazionale di Napoli gli ha dedicato la grande mostra Alessandro Magno e l’Oriente.
Mosaici e opere
La mostra racconta la straordinaria vita di Alessandro il Macedone, denominato poi Magno, il grande, in virtù delle sue gesta. In dodici anni riuscì ad espandere i confini del Regno di Macedonia fino alla Persia, all’Egitto e all’India, dominando sul vastissimo impero a soli trent’anni, diventando la leggendaria figura che tutti conosciamo.
L’esposizione, visitabile fino al 28 agosto, conta 170 opere provenienti da ogni angolo del mondo, dall’India all’antica Persia. Nella collezione si trovano ben tre ritratti del macedone e le sue diverse raffigurazioni su busti, gemme e sculture. È presente anche il busto-erma del Museo del Louvre, copia da un originale di Lisippo.
Il pezzo gioiello dell’esposizione è il celebre Mosaico di Alessandro, scoperto a Pompei nel 1831 e composto da quasi due milioni di tessere per 18 metri quadri e pesante circa 7 tonnellate. Il mosaico, che raffigura la Battaglia tra Alessandro Magno e Dario, è entrato nella seconda fase esecutiva del restauro. Si potrà ammirare l’originale durante la restaurazione grazie ad un cantiere trasparente, e si potrà guarda da vicino una riproduzione posta a tappeto in uno dei saloni del museo.
Imperdibile poi un’altra ricostruzione, quella del peristilio e della stanza principale della Villa di Fannius Synistor a Boscoreale, uno dei più grandi enigmi della storia dell’arte che per la prima volta sono ricostruiti e spiegati. Dopo lunghi studi, nel 2013 gli esperti hanno concluso che le pitture raffigurano proprio Alessandro Magno in una corte macedone.
Alessandro Magno e l’Oriente
Oltre alla figura del condottiero, la mostra si concentra sull’influenza e il rapporto tra l’Oriente, l’Occidente e il macedone, raccontando le civiltà macedoni, persiane, egiziane e indiane.
È presente una stele egiziana proveniente dal tempio di Iside a Pompei che in geroglifico ne riporta le imprese, c’è anche un Buddha arrivato dal Pakistan che indossa la toga e che presenta un’iconografia che richiama quella del dio Apollo, a testimonianza del fatto che le culture si influenzarono fortemente a vicenda.
“C’è solo un giovane, in tutto il mondo antico, che ha vissuto l’incredibile esperienza di diventare sovrano delle terre conosciute dai geografi greci, dalla Macedonia alle estreme propaggini dell’India”, ha dichiarato il direttore del MANN Paolo Giulierini.
“La marcia di Alessandro è, si può dire, anche un processo di arricchimento in ogni campo, accuratamente preparato e registrato dai tanti scienziati che lo seguirono. Alla fine del viaggio, che avrebbe voluto continuare ancora verso la Cina, per poi passare all’Occidente, desiderando le terre arabe dell’incenso, Cartagine e Roma, egli non è più il semplice vendicatore dei Greci, ma il sacerdote che celebra la nascita di un nuovo mondo in cui le culture si intrecciano, si compenetrano e danno origine a meravigliose espressioni artistiche, come le opere del Gandhāra, in cui arte greca e indiana si fondono. Dopo di lui il mondo non sarà più lo stesso e la fortuna del suo mito sarà sempre presente tra gli imperatori romani, ma anche nel Corano, nel Romanzo di Alessandro, fino ad arrivare a Napoleone”.
Alessandro Magno e l’Oriente è visitabile presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli fino al 28 agosto 2023.