300 milioni al Meridione per finanziare la tecnologia

da | Ago 11, 2023 | Scienze e Tecnologia

Al Mezzogiorno arrivano 300 milioni per finanziare progetti innovativi in ambito scientifico e tecnologico.

Adolfo Urso, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha recentemente firmato un decreto che promuove l’utilizzo di tecnologie abilitanti fondamentali, materiali avanzati e nanotecnologia, fotonica e micro/nano elettronica, sistemi avanzati di produzione, tecnologie delle scienze della vita, intelligenza artificiale, connessione e sicurezza digitale. Le regioni alle quali andranno questi finanziamenti sono: Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Come richiedere il finanziamento di 300 milioni

Il finanziamento sarà gestito da Fondo crescita sostenibile sotto la supervisione del Mediocredito Centrale e sarà rivolto a imprese, organismi di ricerca e centri di ricerca. Oltre al finanziamento agevolato è prevista la concessione di un contributo diretto alla spesa, per una percentuale nominale dei costi e delle spese ammissibili articolata sulla base della dimensione dell’impresa proponente: 35% per le imprese di piccola dimensione; 30% per le imprese di media dimensione; 25% per le imprese di grande dimensione.

Vista la notizia recente, data lo scorso 7 agosto, ancora non sono disponibili le modalità di presentazione delle domande di partecipazione.

Le tecnologie interessate

Il progetto interessa uno specifico campo delle tecnologie, quali:

  1. Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC)
  2. Nanotecnologie
  3. Materiali avanzati
  4. Biotecnologie
  5. Fabbricazione e trasformazione avanzate
  6. Spazio

Queste specifiche tecnologie fanno parte del KETs (Key Enable Technologies). Possiamo semplificare la definizione, indicando essi come strumenti, dispositivi e risorse interconnesse tra loro e con la rete Internet che, grazie a questa iterazione, permettono alle imprese di migliorare i processi.

Di certo, è per il Sud e le isole un’opportunità da cogliere, non solo per l’incremento di posti di lavoro nel settore scientifico ma anche e soprattutto per il valore aggiunto che i progetti KETs apportano al territorio.