Si registra ancora una volta lo zero termico sulle Alpi, un chiaro sintomo del cambiamento climatico degli ultimi anni. È la seconda volta in soli due mesi che sui ghiacciai alpini italiani si registra questa temperatura limite. La prima volta si era registrata lo scorso fine luglio, quando l’Europa era stata investita dall’ondata di caldo record e lo zero si registrava a 5.184 metri sul livello del mare; invece negli ultimi giorni lo zero è salito di altitudine toccando quota 5.328 metri.
Perché è una notizia preoccupante? Lo spiega il glaciologo Massimo Frezzotti, dell’Università Roma Tre all’ANSA:
“Il singolo evento non è importante di per sé, ma lo è la successione di eventi, soprattutto quando i record si ripetono più volte in un anno. Sulle Alpi lo zero termico è stato battuto il 25 luglio e il grande problema è il susseguirsi di record negativi“.
Sarebbe proprio la successione in tempi brevi a far preoccupare i meteorologi e geologi. Con l’aumento delle temperature non solo c’è il rischio della sparizione dei ghiacciai ma anche che si possano creare valanghe e danni ambientali. Il caldo record è gravoso per la poca escursione termica tra notte e giorno, che non permette alla neve di ricongelarsi.
Cos’è lo zero termico
Ma capiamo bene cos’è lo zero termico e perché è un parametro importante.
Lo zero termico è un parametro impiegato per determinare lo stato di salute del manto nevoso e dei ghiacciai alpini.
La stazione meteorologica di Novara avverte del nuovo record registrando giorno per giorno lo zero termico sempre più ad alta quota.
In base alle valutazioni delle stazioni metereologiche la situazione dei ghiacciai sarebbe davvero critica; il caldo record sta provocando la rapida fusione della parte superficiale del ghiaccio che vede perdite di spessore di 4-5 centimetri al giorno.
Sono gli effetti del surriscaldamento globale che mette a rischio la salute dei ghiacciai e che fa registrare temperature ad alta quota allarmanti come quelle registrate sabato 19 agosto dalla stazione di Punta Penia (Canazei) in Trentino in cui la temperatura segnava 13,3°C a quota 3343 metri.
Proprio per questo caldo estremo e anomalo la società alpinista del Trentino ricorda la massima prudenza anche per gli escursionisti esperti, in quanto la montagna può essere imprevedibile e instabile.