Vaniglia, cera d’api e resina: ecco di cosa profumavano i balsami dell’antico Egitto usati nella mummificazione dei corpi e per conservare gli organi. La scoperta è stata fatta da un team di scienziati che è stato in grado di ricrearne l’odore partendo da alcuni campioni ritrovati in vasi canopi.
Il balsamo per la mummificazione di Senetnay
Il processo di mummificazione nell’antico Egitto non consisteva solo nella rimozione degli organi interni e nel bendaggio della salma. Gli imbalsamatori, infatti, cospargevano il defunto con dei balsami profumati per preservare il corpo. Tuttavia, le fonti che rivelano gli ingredienti usati nella produzione di questi balsami sono poche.
Il team di ricercatori, quindi, ha sfruttato diverse tecnologie moderne per studiare i residui contenuti in due vasi canopi in cui un tempo erano conservati i polmoni e il fegato di una nobildonna chiamata Senetnay che visse attorno al 1450 a.C.
“Il balsamo di mummificazione di Senetnay si distingue come uno dei balsami più intricati e complessi di quell’epoca”, ha dichiarato Barbara Huber, prima autrice della ricerca dell’Istituto Max Planck di Geoantropologia. Molti degli ingredienti usati, infatti, provenivano da fuori Egitto.
Vaniglia, cera d’api e resine
Di che cosa era fatto il balsamo? “Oli e grassi, con cera d’api e bitume, sembrano costituire la base dei balsami individuati in entrambi i vasi, e la nostra analisi dimostra che queste sostanze erano mescolate con resine di conifere, specificatamente delle Pinaceae”, riportano gli scienziati nella ricerca.
Questi ingredienti costituivano la base dei balsami che poi venivano arricchiti da altri ingredienti. Tra gli altri, i ricercatori hanno identificato una sostanza chiamata cumarina, che ha un odore simile alla vaniglia, e acido benzoico, contenuto in fonti vegetali come i chiodi di garofano e la cannella.
Molte di queste sostanze non si trovano in Egitto: per i ricercatori avrebbero dovuto essere importate. “Per esempio, alcune resine, come quella di larice, probabilmente provenivano dal Mediterraneo settentrionale e dall’Europa centrale”, ha spiegato Huber. “Un’altra sostanza è stata ristretta a una resina chiamata dammar – esclusiva delle foreste tropicali del sud-est asiatico – o alla resina dell’albero di Pistacia. Nel caso in cui si trattasse di dammar, ciò metterebbe in evidenza le vaste reti commerciali degli Egizi durante la metà del secondo millennio a.C., che portavano ingredienti da lontano”.
Il profumo della vita eterna
Dopo aver identificato gli ingredienti, gli scienziati hanno collaborato con Carole Calvez, creatrice di profumi francese, e la museologa sensoriale Sofia Collette Ehrich per ricreare il profumo del balsamo, soprannominato “il profumo della vita eterna”.
Per offrire un’esperienza più coinvolgente e per renderlo più accessibile alle persone ipovedenti, il profumo della vita eterna sarà esposto in una mostra sull’antico Egitto presso il Museo Moesgård di Aarhus, Danimarca, che aprirà ad ottobre.
“Il profumo offre un legame unico e viscerale con il passato, evocando una sorta di viaggio nel tempo che è intimo ed evocativo”, ha detto Huber. “Reintroducendo questo antico aroma, intendiamo colmare il divario tra il passato e il presente, consentendo ai visitatori di ‘respirare’ davvero un frammento di antichità”.