“Tra Bonus e… Malus”, l’articolo del Prof. Marco Margarita sulla rivista Ore12

da | Nov 9, 2023 | Attualità, Mondo eCampus

Marco Margarita, Prof. Straordinario di Diritto Tributario e Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Università eCampus ha scritto un articolo sui bonus e le corrispondenti agevolazioni fiscali edilizie per il quotidiano Ore12 che riportiamo qui.

TRA BONUS E… MALUS

Ne esistono numerose tipologie ma in sostanza si tratta di agevolazioni di natura fiscale, che si sono trasformate da leva economica in potenziale pericolo

Hanno tutti un denominatore comune, si chiamano bonus, ma ne esistono diverse tipologie. Si tratta di agevolazioni di natura fiscale che si concretizzano in crediti di imposta spendibili o attraverso il recupero nella dichiarazione dei redditi o attraverso il fornitore del bene o servizio a cui si cede il credito quale pagamento del prezzo o infine monetizzandoli con la cessione a Istituti di credito o comunque più in generale a terzi che hanno interesse ad acquistarli.

Bonus facciate

Si tratta di una detrazione d’imposta, ripartita in 10 quote annuali costanti, pari al 90% delle spese sostenute nel 2020 e nel 2021, e del 60% delle spese sostenute nel 2022, per interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti ubicati in determinate zone.

Per le spese sostenute per gli interventi riconducibili al “bonus facciate” i beneficiari della detrazione possono optare, in alternativa all’utilizzo diretto della detrazione: per un contributo di pari ammontare, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto al fornitore che ha effettuato gli interventi (il cosiddetto sconto in fattura) per la cessione ad altri soggetti (inclusi gli istituti di credito e altri intermediari finanziari) di un credito d’imposta di importo corrispondente alla detrazione spettante.

Bonus mobili

Si può usufruire di una detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. L’agevolazione spetta per gli acquisti effettuati entro il 31 dicembre 2024.

La detrazione va ripartita tra gli aventi diritto in 10 quote annuali di pari importo ed è calcolata su un ammontare complessivo non superiore a 8.000 euro per l’anno 2023 e a 5.000 euro per il 2024. Per il 2021 il tetto di spesa su cui calcolare la detrazione era pari a 16.000 euro, mentre per l’anno 2022 era pari a 10.000 euro.

Bonus verde

Il bonus verde consiste in una detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute per i seguenti interventi: sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi; realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili.

La detrazione va ripartita in dieci quote annuali di pari importo e va calcolata su un importo massimo di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo. La Legge di Bilancio 2022 ha prorogato questa agevolazione fino al 2024.

Riqualificazione energetica

L’agevolazione fiscale per gli interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici (“ecobonus”) introdotta dalla legge finanziaria 2007 (articolo 1, commi da 344 a 349, della legge 296/2006), è attualmente disciplinata dall’articolo 14 del decreto legge 63/2013. Il beneficio consiste in una detrazione dell’IRPEF o dall’IRES, da ripartire in 10 rate annuali di pari importo.

Condizione indispensabile per fruire è che gli interventi siano eseguiti su unità immobiliari e su edifici (o su parti di edifici) esistenti, censiti o per i quali è stato chiesto l’accatastamento, di qualunque categoria catastale, anche se rurali, compresi quelli strumentali per l’attività d’impresa o professionale, merce o patrimoniali. L’agevolazione può essere richiesta per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2024.

Per la maggior parte degli interventi la detrazione è pari al 65%, per altri spetta nella misura del 50%. Gli aventi diritto all’agevolazione possono optare, in alternativa all’utilizzo diretto della detrazione: per un contributo sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, fino a un importo massimo pari al corrispettivo stesso, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi (cosiddetto “sconto in fattura”) e da quest’ultimo recuperato sotto forma di credito d’imposta; per la cessione di un credito d’imposta ad altri soggetti corrispondente alla detrazione spettante.

Ristrutturazioni edilizie

L’agevolazione fiscale sugli interventi di recupero del patrimonio edilizio è disciplinata dall’articolo 16-bis del Dpr 917/86 (Testo unico delle imposte sui redditi – TUIR). Consiste in una detrazione dall’IRPEF, da ripartire in 10 quote annuali di pari importo, del 36% delle spese sostenute, fino a un ammontare complessivo non superiore a 48.000 euro per ciascuna unità immobiliare. Tuttavia, per quelle sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024, il beneficio è elevato al 50% e il limite massimo di spesa è innalzato a 96.000 euro per unità immobiliare.

I beneficiari della detrazione possono optare in alternativa all’utilizzo diretto della detrazione: per un contributo sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, fino a un importo massimo pari al corrispettivo stesso, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi (cosiddetto “sconto in fattura”) e da quest’ultimo recuperato sotto forma di credito d’imposta per la cessione di un credito d’imposta ad altri soggetti corrispondente alla detrazione spettante.

Superbonus 110%

Il Superbonus è una misura che incentiva l’ammodernamento e la ristrutturazione di edifici e consiste, nella sua versione originaria, in un’agevolazione riconosciuta sotto forma di detrazione fiscale pari al 110% delle spese sostenute per tali interventi. Attivo dal 1° luglio 2020, il Superbonus è stato istituito dall’articolo 119 del Decreto Rilancio convertito in Legge e modificato a più riprese negli ultimi due anni e mezzo, fino al suo ridimensionamento dal 2023. Tra le modifiche più rilevanti rispetto alla normativa originaria, vi sono lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura per fruire del Superbonus, lasciando come unica possibilità per i nuovi interventi, la classica detrazione in fase di dichiarazione dei redditi. Il Decreto blocca cessioni convertito in legge (testo coordinato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.85 del 11-04-2023) ha poi previsto delle eccezioni allo stop sulla cessione.

Le novità in questa direzione per il 2023 sono: il passaggio della detrazione applicabile del Superbonus da 110% a 90% a partire dal 1° gennaio 2023 per la generalità dei casi e dei soggetti ammessi all’incentivo, stabilità dal Decreto Aiuti Quater, salvo eccezioni. I recenti decreti del Governo Meloni hanno limitato sensibilmente i casi in cui è ancora possibile fruire dello sconto in fattura.

Le critiche

La ratio legis alla base di tutte le agevolazioni sopra menzionate è assolutamente nobile; in sostanza lo Stato incentiva ed agevola l’aspetto esterno ed estetico degli edifici, le opere murarie interne, l’efficientamento energetico, l’arredamento delle unità immobiliari e la realizzazione del verde. Tutto ciò, oltre a dare un impulso ad alcuni settori del commercio, manufatturieri ed industriali, genera anche entrate erariali attraverso le maggiori imposte dirette e indirette che le aziende coinvolte nei lavori oggetto di agevolazioni andranno a versare all’erario.

Ci si chiede allora perché siano stati oggetto di attacchi e critiche da più fronti, non ultimo da quello politico. I motivi sono diversi e si possono così riassumere: perché ad esempio prevedere nel caso del super bonus un credito del 110% e quindi addirittura più elevato dell’importo della spesa? Perché non creare un differenziale che agevolasse maggiormente le abitazioni principali, ovvero la cd prima casa e in misura ridotta le cs seconde case? E ancora, perché non legare alla situazione patrimoniale e reddituale del cittadino dette agevolazioni? Evitando il rischio più che concreto che un contribuente ad elevata capacità reddituale e patrimoniale si venisse a trovare a fruire della medesima agevolazione del contribuente a basso reddito che effettua lavori sulla propria casa di abitazione? Infine perché non strutturare l’agevolazione con una modalità tale se non da annullare, almeno da ridurre abusi e frodi attraverso un sistema di garanzie o comunque un sistema in cui l’agevolazione è subordinata ad un controllo attraverso gli ordini professionali, ad esempio degli ingegneri de gli architetti, scongiurando quindi le tante truffe emerse in sede di controllo?

Sono tutte domande più che legittime, attraverso le quali si mira non a rendere complessa o addirittura arrestare l’idea di erogare un bonus incentivante, ma a scongiurare il rischio di frodi e ad evitare di disperdere risorse verso quei cittadini che non necessitano di contributi statali per la realizzazione di dette opere. In questo contesto si inserisce anche il paradosso per cui in occasione delle calamità naturali si è visto che edifici pubblici abbiano subito gli effetti di dette calamità con la conseguenza di averli inagibili proprio nel momento dell’urgente bisogno, è il caso di caserme dei vigili del fuoco, dei locali della prefettura ed altri. Proprio per questo ci si chiede se un efficientamento dei bonus non avrebbe consentito di destinare parte di queste risorse ad interventi di messa in sicurezza delle scuole, caserme, ospedali e uffici preposti alla vigilanza sul territorio.

Appare invece priva di fondamento logico la critica nei confronti della lievitazione dei prezzi dei materiali necessari per la realizzazione delle attività oggetto di bonus, in quanto una semplice e incontestabile legge dell’economia ci insegna che all’aumentare della domanda, laddove l’offerta non è particolarmente flessibile, inevitabilmente aumenta il prezzo, tutto ciò lo si è visto per i materiali di coibentazione e per tanti altri materiali o beni finiti, in ragione soprattutto del breve termine del bonus che non ha consentito di allargare l’offerta di detti prodotti.

Le idee dell’efficientamento, in particolare quello energetico e sismico, pur essendo da migliorare, vanno comunque mantenute e rese strutturali, in quanto l’onese per l’erario è ampiamente bilanciato dal miglioramento dei fabbisogni energetici a livello nazionale e dalla riduzione dei rischi derivanti dall’attività sismica così purtroppo frequente nel nostro Paese.

Marco Margarita