Gli scavi di San Casciano dei Bagni (SI) continuano a regalare scoperte incredibili. A un anno di distanza dal ritrovamento di 24 statue di bronzo in condizioni perfette, dalle acque e dal fango è emersa un’incredibile statua di marmo.
Apollo giovinetto
Parlando in esclusiva all’ANSA, il Prof. Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena ha raccontato lo straordinario ritrovamento. Si tratta di una statua di un Apollo giovinetto, impegnato a cacciare una lucertola. L’Apollo è accompagnato da un donario in pietra recante un’iscrizione bilingue ed altri oggetti in bronzo, terracotta e cristallo, la statua è una copia in marmo di un originale in bronzo del greco Prassitele.
A differenza dei bronzi ritrovati intatti, questo Apollo è ridotto in pezzi e mancano ancora le braccia e parti della testa che devono ancora essere individuati.
“Non è stato un caso, questa statua è stata volutamente rotta e poi buttata nella vasca proprio al momento della definitiva chiusura del sito, nel V secolo dopo Cristo, difficile dire con certezze se per un ultimo rituale pagano, di protezione o se come volontà iconoclasta dei cristiani”, ha dichiarato l’archeologo Emanuele Mariotti, direttore dello scavo.
La statua potrebbe avere un legame con la medicina visto che “per gli antichi era legata alle cure oftalmiche e nella vasca sono stati trovati esemplari di lucertole in bronzo”, ha spiegato Mariotti.
Un gioiello di architettura ed ingegnerie idraulica
Negli ultimi mesi gli scavi hanno fatto emergere un vero e proprio tempio con un portico ornato fa quattro colonne e la parte centrale con una grande vasca in parte coperta da un podio ornato da grandi statue, tra cui probabilmente anche quella di Apollo.
Il tempio è “un vero e proprio gioiellino di architettura monumentale e di ingegneria idraulica”, costruito sopra un antico sacello etrusco e successivamente ripreso dai romani, che lo ingrandirono e modificarono la vasca destinata ad accogliere le offerte per renderla ancora più sfarzosa.
“Un’ulteriore prova del valore sacro che qui si dava all’acqua calda della sorgente, che era sentita proprio come una divinità che sgorgava dalla terra e che in questo tempio aveva la sua casa”, ha sottolineato Tabolli.
Grande soddisfazione anche da Luigi La Rocca, direttore generale archeologia del Ministero della Cultura: “Lo scavo di San Casciano non smette di stupire. Non solo bronzi dunque, erano dedicati alle divinità salutifere venerate in questo straordinario santuario delle acque, ma anche statue in marmo, di pregio, talora repliche, come in questo caso, di originali greci, testimonianza della frequentazione di soggetti appartenenti ai ceti sociali più vari, dalle ricche aristocrazie etrusche ai più umili operai impegnati nella costruzione degli edifici sacri”.