Dopo Netflix e Disney+, anche su Prime Video di Amazon sbarcheranno le inserzioni a partire dal 9 aprile. E chi non le vuole vedere dovrà pagare qualcosa in più ogni mese.
1,99 euro in più al mese
“A partire dal 9 aprile 2024, i film e le serie TV di Prime Video includeranno un numero limitato di annunci pubblicitari”, si legge nella mail inviata da Amazon Prime in cui si annuncia l’arrivo delle pubblicità.
“Questa novità ci permetterà di continuare ad investire in contenuti di qualità e di aumentare questi investimenti nel tempo e di conseguenza supportare il mantenimento della qualità e quantità dei contenuti inclusi in Prime Video. Puntiamo ad avere un numero significativamente inferiore di annunci pubblicitari rispetto alla televisione lineare e ad altri servizi di streaming”, continua la mail.
Le pubblicità saranno trasmesse solo nei film e nelle serie tv e non potranno essere saltate, a meno che non si sia disposti a pagare 1,99 euro in più al mese oltre al normale presso di Prime Video o Prime. Le inserzioni non saranno incluse nei contenuti noleggiati o acquistati.
I precedenti
Negli ultimi mesi, diversi competitor di Prime hanno preso questa direzione.
Netflix ha introdotto già da tempo l’abbonamento Base con pubblicità che ha un costo inferiore rispetto agli altri abbonamenti disponibili, così come Disney+ che ha lanciato un piano di abbonamento simile. Ad oggi, solo AppleTv+ è l’unica grande piattaforma che non prevede alcun tipo di inserzioni e punta solo ad un abbonamento di streaming senza spot.
“La maggior parte dei dirigenti del settore dei media concorda sul fatto che lo streaming video rappresenti il futuro del business e le aziende, da NBCUniversal ad Apple, si sono date da fare per rendere disponibili commedie, drammi e sport a chi non guarda più la TV tradizionale. Eppure, farlo è costoso, richiede milioni di dollari in contenuti e costi infrastrutturali, il tutto mentre nuovi operatori scendono in campo. Wall Street ha inizialmente incoraggiato società come Paramount Global e Fox Corp. a inseguire Netflix, Amazon Prime Video e Hulu di Disney. Ora gli investitori chiedono di sapere quando tutta l’attività sarà redditizia.
“Questa pressione ha spinto anche gli streamer più resistenti ad abbracciare la pubblicità. Per anni i dirigenti di Netflix hanno insistito sul fatto che il servizio non avrebbe mai fatto affidamento sugli spot pubblicitari”, si legge su Variety.