Marilyn Monroe cantava: “i diamanti sono i migliori amici di una ragazza”. Se così fosse le fanciulle farebbero meglio a trovare un beniamino di rimpiazzo, perché questi preziosi sono destinati a finire. Proprio così: le leggendarie pietre, che come poche altre restituiscono una luce tra le più abbaglianti, non costituiscono certo una risorsa inesauribile. A lanciare l’allarme, tempo fa, fu The Beers, il più famoso gruppo diamantifero del pianeta, secondo cui i giacimenti di queste pietre si starebbero prosciugando. Ciò ha determinato un calo della produzione e un rialzo dei prezzi.
Un bene naturale che va protetto
Nel momento in cui si prese coscienza effettiva dell’esauribilità, da sempre sottovalutata, di questo minerale, fu questa la chiosa di Gareth Penny, uno dei direttori generali di The Beers: “I diamanti sono un bene naturale di grande valore, e vanno perciò attentamente protetti, altrimenti tra poco non ce ne saranno più. Se continuassimo a produrre la stessa quantità di diamanti di una volta, tra quindici anni non rimarrebbe più nulla da estrarre”.
Come riconoscere un buon diamante
Ma quali sono le caratteristiche che concorrono a fare di un diamante una pietra di valore? Sono dette le quattro “c”: colour (colore), clarity (purezza), cut (taglio) e carat (peso). Le dimensioni dei cristalli superano solo raramente quelle di una nocciola. Ci sono state eccezioni leggendarie. Una di queste fu il diamante “Cullinan”, estratto nel 1905 nella miniera sudafricana di Premier. Allo stato grezzo pesava 3.025 carati, ossia 605 grammi. Dal suo taglio si ottennero 105 pietre lavorate.
Nell’universo costituiscono una risorsa inesauribile
Benché questi minerali rappresentino una risorsa esauribile sul nostro pianeta sono invece infiniti nel cosmo. Nell’universo è stato addirittura rintracciato un corpo celeste interamente di carbonio, elemento chimico da cui i diamanti sono composti. Potremmo quindi osare dire che si tratti di un pianeta diamantifero. Un diamante sospeso nell’infinito. È stato denominato “55 Cancri”, ma è altresì conosciuto come “pianeta Janssen”. La sua scoperta, che lasciò sbalordita la comunità scientifica, risale al 2004. Si trova a circa 40 anni luce dalla Terra. Gli studiosi si chiesero addirittura se 55 cancri sia potenzialmente abitabile, ma poi, come affermò Lily Zhao (ricercatrice presso il Center for Computational Astrophysics (CCA) del Flatiron Institute di New York City), ne conclusero che: “probabilmente fa così caldo che nulla di cui siamo a conoscenza sarebbe in grado di sopravvivere in superficie”.