Le mete più gettonate dell’estate le conosciamo tutti. Dalle coste della Sardegna a quelle delle isole tropicali. Ma, nonostante la bella stagione non evochi immagini di destinazioni ad alta quota, vi diamo una buona ragione per preferirle: l’aria di montagna, e quella di campagna in generale, rende più intelligenti. Non è un delirio sensazionalistico, bensì una verità suffragata dalla scienza. Il vecchio jingle di un noto cartone animato, che recitava “Heidi, ti sorridono i monti”, la dice lunga. L’aria di montagna predispone alla positività e al buonumore e fa si che la vita torni ad arridere. Non sono pochi gli studi scientifici che lo confermano.
L’amore del cervello per il verde
Alcuni di essi attestano perfino che, nascere in campagna, favorisca lo sviluppo cerebrale. Ma anche coloro i quali non hanno goduto di questo beneficio, in età adulta, possono comunque trarre grandi vantaggi dalle zone verdi. Pare infatti che questo colore sia in grado di ricaricare e rasserenare il cervello. Ragion per cui, quando non è possibile stare a contatto h24 della campagna, sarebbe preferibile abitare in zone urbane alberate.
Le indagini
Ma diamo un’occhiata agli studi mirati ad approfondire l’argomento… Un’indagine, denominata Nature and Neurodevelopment, ha coinvolto 263 bambini, nati e cresciuti in aree verdi dalla fitta vegetazione, nei quali è stata constatata una presenza di spirito superiore alla norma nonché spiccate capacità cognitive. Wendee Nicole – autore della ricerca – ha spiegato: “una connessione psicofisica con la natura è necessaria in un contesto urbanizzato come il nostro, dove sempre più bambini vivono lontano dagli spazi verdi e sono esposti all’inquinamento dell’aria, ai rumori o ad altri fattori che possono ostacolare un sano sviluppo del cervello”.
In campagna ci si ammala di meno
Le ricerche in materia non si fermano qui, e vale la pena menzionarne una, britannica, secondo la quale, vivere in campagna, ridurrebbe del 29% le possibilità di morire di cancro. Le ragioni sono curiose, e non hanno a che fare con la sola salubrità dell’aria respirata sul posto, ma anche col fatto che il medico curante, in quei luoghi, sarebbe facilitato a raggiungere i propri pazienti e a seguirli con più costanza. E, vista l’assenza di traffico e semafori, il suo intervento sarebbe più tempestivo in caso di emergenza. E che dire di malattie come la depressione, il cui fantasma si dissolverebbe quando ci si trova a contatto con la natura? A confermarlo è uno studio dell’istituto centrale di salute psichica dell’Università di Mannheim. Circondarsi di vegetazione ridurrebbe del 40% il rischio di soffrire di disturbi dell’umore.