Dormire rientra senz’altro tra le “attività” più care all’uomo, e il motivo non è poi così incomprensibile. Durante la tanto sospirata pennica il cervello si ricarica preparandosi ad affrontare le performances del giorno a venire. Ma come fare quando il sonno fatica a coglierci e ci ritroviamo ad affrontare la giornata con tre o quattro ore di sudato riposo addosso? Semplice, basta persuadersi di aver dormito e il cervello si comporterà di conseguenza, mantenendo alti livelli di attenzione e garantendo prestazioni di qualità. Questo approccio è noto come “sonno placebo”.
Lo studio americano
Ad approfondirne l’efficacia fu uno studio condotto dal Colorado College, pubblicato sul Journal of Experimental Psychology. I ricercatori dell’ateneo chiesero la collaborazione di alcuni volontari dei quali, attraverso un questionario, fu indagata la qualità del sonno. Agli esaminati vennero poi illustrati i benefici di una bella dormita, cui spetta il merito di potenziare le capacità cognitive del cervello. Ma vennero fatti notare loro anche gli effetti indesiderati di un sonno breve e disturbato, quali problemi di memoria e concentrazione. A questo punto, ai volontari vennero collegati dei finti sensori. Tali strumenti non avevano alcuna utilità diretta, tuttavia fu fatto credere agli esaminati che servissero ad analizzare il loro sonno. Al risveglio, le persone sono state suddivise in due gruppi: coloro nei quali la fase rem era stata fugace e coloro nei quali era stata prolungata.
La conferma
I risultati vennero però alterati, così da testare un effetto placebo di cui si ebbe piena conferma: convinto di aver dormito beatamente, il primo gruppo diede il massimo in un test cognitivo. Per tutti gli altri fu l’esatto opposto. Anche un altro studio, in questo caso ad opera dell’Università di Sidney, diede conferma di quanto il sonno sia suscettibile all’effetto placebo- in quell’occasione, ad alcuni individui sofferenti d’insonnia, fu somministrato un “farmaco” privo di principio attivo. I pazienti credevano si trattasse di un’innovativa medicina contro il loro persecutorio disturbo e, indovinate un po’… Una volta assunta la pillolina magica riuscirono a dormire come angioletti. Ben Colagiuri, a capo del team di ricerca, commento: “Possiamo essere certi che il miglioramento che abbiamo osservato sia dovuto a un effetto placebo vero e proprio. Lo studio fornisce nuove prove che esistono efficaci effetti placebo per la cura dell’insonnia”.
Effetto placebo nella cura del mal d’amore
Chissà se il placebo può rendersi utile in caso di mal d’amore. Certo che sì. I ricercatori della University of Colorado di Boulder somministrarono, a 40 innamorati dal cuore infranto, un semplicissimo spray nasale presentandoglielo quale analgesico in grado di ridurre il dolore emotivo. I benefici dati dall’assunzione di tale palliativo si resero visibili perfino attraverso la risonanza magnetica svolta sul cervello degli esaminati.